Tra le donne, finale allo sprint, con Marcella Belletti a precedere di un solo secondo Enrica Perico. Sul podio maschile anche il francese Bosch ed Enzo Mersi Una grande classica, che tale si conferma anche questa volta. A dirlo i numeri, con quasi trecento classificati, un buon gruppo di donne e il solito grande sostegno del folto pubblico inerpicatosi sino ai 2381 metri della Colma del Mombarone. L’Ivrea-Mombarone, con tutto il fascino dei suoi 20 chilometri e 2100 metri di dislivello: una delle più antiche gare del panorama italiano, passata quest’anno sotto l’egida della Fisky, lasciando, non in modo indolore, la Fidal. Problemi di calendario certo, ma anche certa supponenza da parte delle altissime sfere nell’affrontare questioni che, probabilmente, con maggiore propensione alla mediazione diverse pieghe avrebbero potuto prendere. Riflessioni che nulla tolgono, però, al bis concesso da Davide Milesi (Gs Orobie), parte importante della storia della corsa in montagna e dell’atletica italiana. Quarantasei primavere e non sentirle, per mettere ancora una volta tutti in fila, dopo 2h04’40” di gara a lungo condotta. Alle sue spalle, dopo lungo duello è il francese Jerome Bosch (2h06’09”) a spuntarla su Enzo Mersi (Monterosa – 2h07’17”), mentre ai piedidel podio nell’ordine si accomodano Silvio Balzaretti (Gsa Pollone – 2h08’43”), Riccardo Faverio (Gs Orobie – 2h12’18”), Daniele Vottero (Amici Mombarone – 2h13’20”), Massimiliano Di Gioia (Cbr Borgaretto – 2h13’51”) ed Erik Benedetto (Gp Rivarolo – 2h14’17 Arrivo in volata, invece, per la prova femminile: fatto più unico che raro, dopo quasi 2h30′ di gara…Marcella Belletti davanti ed Enrica Perico, dirà il responso finale, con il cronometro a fermarsi su 2h28’51” per la prima e un solo secondo oltre per la seconda. Sul podio, ma più lontana, sale anche volto da queste parti assai noto , la più volte vincitrice Ornella Bosco (2h33’28”), con Sonia Glarey (2h34’32”) e Raffaella Miravalle (2h36’14”) più delle altre comunque brave a rimanerle in scia.