Tutto o quasi ancora da decidere. Solo le promesse Forni e Baldaccini già festeggiano il titolo italiano La memoria, quella, a volte un poco inganna. Ma per ritrovare rassegna tricolore con così tante partite ancora aperte all’indomani del secondo atto, davvero occorre tornare indietro di qualche stagione. A guadagnarne, indubbiamente, è il racconto di vicende che, a dirimere le quali, sarà chiamata una “Stellina” valsusina per la prima volta tricolore. Un mese, ancora, manca all’atto finale: meglio allora concentrarsi su di un passato prossimo all’insegna del Monte Bondone e di carte rimescolate proprio sui sentieri della montagna “simbolo” di Trento. Valentina Belotti e Martin Dematteis a riaprire, con veemenza e non meno autorità, la lotta tra i seniores. Stesso piglio deciso manifestato, tra gli juniores, da Letizia Titon e Andrea De Biasi. Nessuna clamorosa sorpresa, per la carità: molto di quanto visto domenica scorsa già stava scritto tra le pieghe del recente appuntamento europeo di Sapareva Banya. Là, tra i Monti Rila bulgari, quinta era stata la Titon, giovane portacolori dell’Assindustria Padova, che la supremazia nazionale ha voluto confermare anche nella prova juniores di domenica. Pronti, via, e risalutare le altre al traguardo. Terza, ma molto vicina alla compagna di squadra Mina El Kannoussi, è la saluzzese Cristina Mondino, con Silvia Zubani (Valtrompia) a precedere questa volta una Mabel Tirinzoni (Valchiavenna) un po’ in difficoltà. Questo, in ogni caso, pare essere il gruppetto tra cui scegliere i prospetti azzurri per Kamnik. Un Paolone Ruatti un po’ acciaccato, strada deve invece lasciare all’enfant du pais Andrea De Biasi e al valdostano Massimo Farcoz. Anche il miglior Ruatti, probabilmente, avrebbe faticato a precedere un De Biasi apparso davvero in grande condizione. Lo dicono i distacchi rifilati agli avversari, con il solo valdostano Farcoz a contenere il divario e a confermare di essere prospetto davvero interessante anche in prospettiva futura. Con Alex Cavallar, altro trentino targato Valli di Non e Sole, a confermare il quarto posto di Lenna e con Andrea Pelissero (Atl. Susa) nuovamente quinto, incappano invece in giornata storta per davvero gli azzurrini Marco Barbuscio (Esercito e Sport) e Federico Vaglia (Valchiese), lontani dalle posizioni a loro più consone. Il problema di fondo, da questa stagione emerso con forza anche al maschile, rimangono i numeri di partecipazione: difficile pensare di trovare talenti in quantità industriale quando clamorosamente calano coloro che solo provano a schierarsi al via. Al di là di ogni contrapposizione, serio per davvero deve essere il confronto sul tema: ne è in gioco il futuro della specialità. A dare una sbirciata al tracciato di gara, si era intuito che Valentina Belotti (Runner Team Volpiano) avesse carte importanti da calare nell’atteso confronto con Antonella Confortola (Forestale). Quei lunghi pianori di certo giocavano a favore della bresciana, e così, alla fine è stato. Ma pure va aggiunto che la Belotti di oggi non è quella di Lenna: qualche acciacco in meno e condizione in crescita. In Valle di Susa il verdetto finale: su tracciato nuovo per la gara femminile, scovato per l’occasione tricolore, che pur con qualche tratto di respiro, proporrà pendenze più significative. Pur lontana dalle due primattrici, sul podio torna a salire anche la slovena Mateja Kosovelj, che vince così il lungo duello con Maria Grazia Roberti (Forestale). Più di qualche azzurro alle prese con difficile recupero dalla rassegna continentale: in parte la Confortola, in parte anche Cristina Scolari, domenica sesta, preceduta dalla grande sorpresa di giornata, un’Elena Casaro (Atl. Dobbiaco) che ora addirittura sogna qualcosa di grande in prospettiva iridata. Si vedrà tra un mesetto, laddove anche Alice Gaggi (Valgerola) proverà a crescere ancora. Martin scalatore, come altri hanno felicemente titolato. Martin dominatore, più banalmente, sottotitoliamo noi. Così domenica, con il gemello cuneese a precedere nettamente tanto Marco De Gasperi (Forestale) quanto il gemello Bernard, nel finale costretti a guardarsi alle spalle più che a cercare di riprendere lo scatenato Martin. Tracciato diverso, decisamente più duro, sarà quello di Susa: là dove, punteggi alla mano, Martin e De Gasperi partiranno praticamente alla pari, con Bernard pronto a sfruttare il minimo tentennamento altrui. Il quarto posto di Tommaso Vaccina letto non può essere come sorpresa. Distratto chi – ahimè…- se l’è lasciato sfuggire nelle liste di partenza in sede di presentazione. Uscite “montane” non molte, ma la grande prestazione alla Stellina 2009 già diceva di doti da scalatore puro, non solo da “stradista scalatore”. Nome nuovo, in ogni caso, da buttare con convinzione nell’arena per l’azzurro, insieme ad un ritrovato Antonio Toninelli (Valle Brembana), domenica quinto e non lontano dal podio, ed ora chiamato alla conferma sui sentieri della Stellina. Là, in casa o quasi, un poco almeno proverà a rifarsi anche Gabriele Abate (Orecchiella), sesto, ma non pienamente soddisfatto, sulle pendici del Bondone. Un settimo posto con legittime fragranze azzurre: è il bel ritorno di Hannes Rungger (Brugnera), al traguardo seguito dal miglior Gil Pintarelli (Gs Valsugana) di sempre in una prova tricolore e dall’altotaesino Gerd Frick, uno che a Susa già vestì l’azzurro. Poi, tra giornate sì, nì e no, ecco Regazzoni, Piana, Manzi e Zanaboni. Tutto da rifare, tutto da rivedere nell’atto finale: così si è detto, ma le prove delle promesse sono lì a richiedere rettifica. Compressa tra le pieghe della classifica assoluta, la categoria giustamente reclama che spazio sia dato ad Erika Forni (Gsa Valsesia) ed Alex Baldaccini (Gs Orobie). Con una prova d’anticipo, i due, già azzurrini e tricolori juniores, già si sono messi in tasca il titolo tricolore riservato agli under 23. Paolo Germanetto
Bondone tricolore: così, a bocce ferme
