Aggiunte numerose foto dei momenti salienti della manifestazione I Campionati più orientali di sempre, non solo geograficamente parlando. L’Europa che corre in montagna ha fretta di veder sorgere il sole, e lo conferma a Sapareva Banya. Nel giorno in cui la Bulgaria accoglie per la prima volta grande evento della specialità, vincono prima giovani, poi affermati turchi, ma anche nuovi talenti rumeni. Facce e realtà differenziate, dunque, ma con l’Italia a confermarsi sul trono nelle prove a squadre più importanti, tanto in campo femminile quanto in quello maschile. Sei medaglie per gli azzurri, con i due ori nelle classifiche per Nazioni tra i seniores, accompagnati dall’argento degli juniores uomini, e da tre podi individuali. L’ennesimo argento di Valentina Belotti, emulato questa volta dal bravissimo Martin Dematteis, e poi il bronzo di Marco De Gasperi. Tanta Italia ancora una volta, ma come già a Telfes nel 2009, agli azzurri sfugge la vittoria individuale, quella che invece arride per la quarta volta consecutiva al piccolo sultano turco Ahmet Arslan. Su di lui e sul suo pokerissimo, indiscutibilmente, i fari di rassegna che pure torna ad offrire la massima ribalta ad una ”grandeur francese” troppo a lungo costretta a rimanere mortificata. Un paio di lustri almeno, quelli passati dai trionfi, anche iridati, di Isabelle Guillot, una delle più grandi di sempre, per arrivare sino a questo oro di Marie Laure Dumergues. LE DONNE E IL PERCORSO – E’ lei, la minuta ventottenne transalpina, già tra le favorite della vigilia, a negare dunque, questa volta, la gioia più bella alla Belotti, al traguardo indecisa per davvero se recriminare sull’occasione di un soffio sfumata o sorridere per nuovo metallo pesante. Bilancia che per noi propende per la seconda alternativa, specie se il pensiero va ai tanti acciacchi che hanno accompagnato la prima parte di questa stagione montana della camuna. Sorride allora la Belotti, mentre il quarto posto di Antonella Confortola indirizza con forza la riflessione sul tracciato di gara, sicuramente veloce come raramente mai, sicuramente lontano dai contenuti più specifici della disciplina: non un solo tratto di sentiero, ma solo asfalto e strada sterrata. Inutile tornare su argomenti già più volte toccati, se non per rimarcare che, tanto nella commissione EA quanto in seno alla WMRA, a mancare di analisi continui ad essere anche e soprattutto l’aspetto tecnico. Si può anche scegliere che la corsa in montagna del futuro sia questa, lecito però chiedere che lo si faccia consapevolmente e dopo analisi approfondite. Criticare questo o quell’altro tracciato, magari anche con un po’ di memoria corta, in fondo, poco serve, se a priori non si affronta, una volta per tutte, il problema. Parentesi dovuta, che bene spiega anche le difficoltà trovate dalla Confortola su tracciato per lei davvero troppo semplice e veloce. Delle pendenze a lei più care nemmeno l’ombra, e così nel finale per la fondista trentina sfuma anche il bronzo, che premia così Elena Nagovitsyna. E la Russia, dopo i tanti successi tra le più giovani, ritrova protagonista importante a livello assoluto, qualche stagione dopo i fasti di Svetlana Demidenko. Donne ancora, per sottolineare con il massimo risalto la grande gara di Cristina Scolari, capace di issarsi sino ad un bellissimo sesto posto. Di certo, per la mammina della Valle Camonica, la più bella gara di sempre con la maglia azzurra indosso. Undicesima, chiude invece Maria Grazia Roberti: partita in sordina, ma capace di gran bella rimonta, pur su di un percorso davvero lontano dalle sue caratteristiche. GLI UOMINI ? In Europa domina da Cauterets 2007. Ha davvero dell’incredibile il pokerissimo in Bulgaria chiuso da Ahmet Arslan. Al ventiquattrenne turco non è sinora riuscito il colpaccio in ambito iridato, ma senza toccare la geopolitica, a lui più di ogni altro va ascritto il merito di aver spostato di molto verso est il baricentro dell’atletica europea che corre in montagna. Due azzurri alle sue spalle, come spesso e volentieri successo durante il regno del sultano Ahmet. Probabilmente su percorso più tecnico, Martin Dematteis più sarebbe riuscito ad insidiare l’avversario, ma davvero grande, in ogni caso, l’impresa realizzata dal più in forma dei gemelli cuneesi. Martin come Bernard: due anni dopo Zell am Harmersbach 2008 per la Valle Varaita è di nuovo argento. Sul podio, dopo vigilia tribolata per via di schiena capricciosa, sale anche Marco De Gasperi, che quel bronzo con i denti e con il carattere di sempre strappa al francese Julien Rancon, a lui arresosi soltanto nella volata finale. Da loro non lontano chiudono gli altri due azzurri, i cui risultati vanno letti in maniera diversa. La quinta piazza finale riconsegna ai massimi livelli Gabriele Abate, indubbiamente autore di una delle sue più belle gare di sempre: partito attorno alla decima posizione, la sua è rimonta di cui le spese fanno specie spagnoli, turchi e francesi. Pure lui nel finale passato dall’arrembante Abate, Bernard Dematteis chiude invece sesto, dopo essere a lungo rimasto in lotta per il bronzo. Certo non era il Berny migliore quello visto in Bulgaria, come d’altro canto già un poco aveva detto l’inizio di stagione. Ma l’appuntamento iridato di Kamnik, in Slovenia, già per lui rappresenta obiettivo immediato in cui rifarsi alla grande. Francia e Spagna sul podio insieme all’Italia, con la Turchia a sorpresa costretta a rinunciare all’attesa medaglia per Team. Segno che alle spalle del sultano, ancora poco spazio la nobiltà europea concede alla sua corte. Scontato o quasi pensare che nell’anno che separa dall’appuntamento casalingo di Bursa 2010, i turchi molto lavoreranno per recuperare terreno. GLI JUNIORES ? Gara maschile dominata dalla Turchia, prova femminile vissuta invece sull’assolo della rumena Dragomir, che sul podio trascina tutta la squadra, pur se dietro a Turchia e Russia, le due Nazioni leader del movimento femminile giovanile, anche qui capaci di salire sul podio individuale. Bravissima per davvero la veneta Letizia Titon, sempre rimasta nel vivo della gara e alla fine quinta, addirittura a due passi dal podio. Ritrovatasi a meraviglia sul tracciato di Sapareva Banya, la più giovane delle azzurrine in gara conferma così quanto di buono già fatto tra le allieve, laddove lo scorso anno fu seconda nel WMRA Youth Challenge corso in Germania. Partite più caute, bene rimontano nella seconda parte tanto Mabel Tirinzoni quanto Cristina Mondino. La prima finisce decima, la seconda quindicesima, e per l’Italia è altro quarto posto, da cogliere però come massimo risultato al momento possibile. Dopo Hasan è il turno di Husein: bene non conosciamo i legami di parentela in casa turca, ma a due anni di distanza di nuovo Pak si chiama il campione europeo juniores. E , ora come allora, si porta appresso sul podio almeno uno dei connazionali con lui in gara. Tocca al Belgio, evitare en plein turco, grazie al sorprendente Joly Jente. Ma tocca anche a coppia di bei talenti trentini nel finale di gara arrampicatisi sino ai piedi di quel podio: risultato davvero importante per il futuro della corsa in montagna italiana. Quarto è Paolo Ruatti, quinto Andrea De Biasi, con il primo a prendersi sino in fondo sulle spalle il ruolo di ”capitano” e con il secondo a sorprendere su tracciato sulla carta a lui meno congeniale. Il primo allenato dal responsabile azzurro del mezzofondo, Pierino Endrizzi, il secondo da Gianni Benedetti, allenatore tra gli altri dell’omonimo ottocentista Giordano: segno tangibile di quanto ampi possano davvero essere gli orizzonti dell’atletica e della corsa in montagna italiana. Alle spalle dell’imprendibile Turchia, gli azzurrini secondi e d’argento finiscono nella classifica per Nazioni, superando in extremis Gran Bretagna e Russia. Merito anche del calabrese Marco Barbuscio, venticinquesimo, e del terzo dei trentini in azzurro, Federico Vaglia, trentunesimo. In gara non poco soffrono, ma stringono i denti,vincendo le loro volate sulla dirittura d’arrivo: quelle che alla fine valgono medaglia che a certo punto pareva invece molto lontana. Televisivamente, Bulgaria batte Italia. Dispiegamento importante di risorse da parte della televisione nazionale, con notevole supporto da parte della EA. Ne scaturisce diretta televisiva di tutte le gare per il territorio bulgaro, con la possibilità di fruirne via streaming anche in una quindicina di altre Nazioni. La federazione europea, per la prima volta con questa convinzione, dimostra cosa possa significare per la corsa in montagna il supporto di istituzione sportiva ben strutturata, capace di mettere in campo uomini e mezzi in grado di valorizzare al meglio il lavoro del Comitato Organizzatore. Al di là delle riserve sul tracciato o su qualche altro dettaglio, al gruppo di lavoro di Sapareva Banya va in ogni caso riconosciuto il grande impegno profuso per potare la disciplina in area dove mai era arrivata. E soprattutto di aver provato a farlo con l’entusiasmo e l’orgoglio di chi questa rassegna ha dimostrato di vivere come momento importante nella crescita, non solo sportiva, di un’intera Nazione. Paolo Germanetto
Europei: il nostro punto
