A vincere Wyatt e Mayr, sul podio anche De Gasperi Hochfellnberglauf e Bergen: sinonimo di grande classica della corsa in montagna internazionale. Dovessimo racchiudere sulle dita di una mano le manifestazioni internazionali più importanti della specialità noi la scalata tedesca all’Hochfelln, “cucuzzolo” emerso nella pianura tra Monaco e Salisburgo, la inseriremmo sicuramente nel lotto. Specie se tra i requisiti in primo piano – e come altrimenti – si dovessero mettere albo d’oro e magari pure liste all-time. Qui hanno corso tutti i più grandi di sempre, un po’ come nella tirolese Telfes o nella “nostra” Stellina di Susa. Grandi interpreti della specialità che pure in questa trentaseiesima edizione, in forze, presente hanno risposto all’appello di Bibi Anfang: Jonathan Wyatt e Andrea Mayr a vincere, e già questo dice molto. A Bergen si arriva al termine della stagione, e su tracciato di poco meno di 9 km., ma con oltre 1000 metri di dislivello, in cui fondamentali risultano freschezza e forza muscolare, ogni anno qui si debbono fare i conti con le riserve rimaste nel serbatoio. Non troppe paiono essere rimaste in quelle dei migliori uomini, con lo stesso Wyatt, pur in giornata afosa e calda, a rimanere ben lontano dal suo record del tracciato. Per vincere gli basta un 42.50, tempo con cui in fila mette due italiani. Con il neozelandese, sino a metà gara, rimangono il tedesco Timo Zeiler e l’azzurro Marco De Gasperi, quest’ultimo qui, anche un po’ a sorpresa, vincitore nel 2008. Loro a giocarsi il podio, ma anche a dover fare i conti, nel finale, al ritorno del più “fresco” del lotto, quell’Antonio Toninelli (Atl. Vallecamonica), cui non il talento – eccelso – ma solo la discontinuità impediscono di essere da tempo pedina inamovibile della squadra azzurra. Toninelli a trovare, allora, proprio nel finale di stagione guizzo importante e magari pure benaugurante, per un argento nobile a soli 31 secondi da Wyatt. Il bronzo al forestale De Gasperi, che nell’ultimo chilometro di gara torna a scavalcare Zeiler (poi quarto a 1’04”) per chiudere con 52 secondi di divario dal vincitore. Il ceco Robert Krupicka e l’altro tedesco Helmut Schiessl a seguire e a precedere altro azzurro, Marco Gaiardo (Orecchiella), questa volta settimo a 2’05”. Dietro il polacco Andrej Dlugosz, nono chiude l’iridato juniores Xavier Chvrier: 2’54” il suo distacco da Wyatt e piazzamento davvero importante a livello assoluto. Ma a stupire è soprattutto la sua condotta di gara, con il talento valdostano a rimanere nella scia del podio sino ad oltre metà gara, salvo pagare leggermente dazio nel durissimo tratto finale. Dazio in termini di posizioni finali, magari, non certo in tema di carattere e coraggio. Quando il direttore tecnico Uguagliati afferma che la corsa in montagna sia in grado di partorire atleti da seguire con grande attenzione anche in prospettive più ampie, di certo il riferimento va anche al camoscio di Nus, che a Bergen torna anche a confermarsi il migliore tra gli juniores, precedendo il forte tedesco Renè Stockert, con cui a duellare aveva iniziato addirittura già tra gli allievi. Tra i migliori, dodicesimo, chiude anche il lecchese Nicola Golinelli, in questa stagione grande interprete soprattutto delle prove di “chilometro verticale”. Nobile la classifica maschile, nobile anche quella femminile: Andrea Mayr, iridata nel 2006 e nel 2008, torna a volare da sola, dopo stagione decisamente accorciata dal grave infortunio di aprile, nonostante il bronzo poi colto agli Europei di Telfes. Il suo 48.53 rimane a poco meno di 1’30” dal suo record, ma da queste parti solo cinque donne sono state capaci di scendere sotto i cinquanta minuti: Andrea è tornata, a breve la si rivedrà pure in maratona. Alle sue spalle, l’argento premia una delle donne più in forma del circuito, la neozelandese Anna Frost – 51.50 -, lasciando posto sul podio anche alle stellina locale Lisa Reisinger, già medagliata a livello iridato tra le juniores e questa volta, come Timo Zeiler, chiamata a festeggiare pure la conquista del titolo nazionale tedesco. Dalla Germania alla Slovenia: sei giorni soltanto per ritrovare, sabato prossimo, tutti i migliori o quasi alla Smarna Gora Race di Lubiana. Sarà chiusura di un WMRA Gran Prix che nel frattempo non ha saputo risolvere tutte le sue criticità, ma che nell’occasione dovrebbe ritrovare al via molti dei protagonisti di Bergen. Anche perché davvero ghiotta è la possibilità di fare una capatina sul percorso che nel 2010 sarà iridato: Kamnik non dista più di una ventina di chilometri dalla capitale slovena. Paolo Germanetto
Bergen: brillano Toninelli e Chevrier
