MARTIN DE MATTEIS: HO ANCORA TANTA FAME!
Martin e Barnard, Bernard e Martin….impossibile parlare di uno senza scomodare l’altro: i gemelli De Matteis sono stati per anni le grandi promesse della Corsa in Montagna azzurra, realizzando grandi imprese da junior, assaporando la nazionale presto…poi un black out lungo qualche stagione: due ragazzi e due atleti forti fisicamente quanto fragili e cristallini, sia nel loro talento che nel loro carattere. Alcuni problemi di crescita e maturità, e la paura di vedere disperso quell’immenso patrimonio umano e tecnico. Poi il 2008: l’anno della svolta, con la fragorosa esplosione di Bernard, capace di vincere Titolo Italiano venendo praticamente dal nulla, e poi argento Europeo, miglior crono individuale agli Italiani a staffetta, fantastico 4° al primo mondiale da senior, e mentre Bernard stupiva se stesso ed il mondo, Martin studiava, prendeva appunti, capiva che anche lui poteva tornare a quei livelli…et voilà : Titolo Italiano 2009 e 6°posto Europeo nella durissima gara di Telfes. Abbiamo incontrato Martin a pochi giorni dal Mondiale di Madesimo-Campodolcino, per ripercorrere nei suoi ricordi una grande stagione, e scoprire che all’Alpe Motta i Gemelli intendono ancora provare a stupire…
intervista: Alex Scolari
foto: archivio corsainmontagna.it (M.Martinelli, M. Ceresa, F. Trotti)
Martin, il 2008 era stato il grande anno di tuo fratello Bernard: ha realizzato una stagione veramente importante, quanto ha contato il solco di vittorie tracciato da lui nella tua esplosione di quest’anno ?
“Forse sorprenderò qualcuno ma Il 2008, anche sportivamente, per me è stato fondamentale. A prescindere dai risultati che ottenevo (eravamo tra la 30^ e la 50^ posizione nelle prove 2008 di Cevo e Domodossola..n.d.r.), vedere mio Fratello Bernard fare cosi bene, giocarsela con i più grandi, vincere, mi ha riempito di gioia ma soprattutto mi ha caricato, mi ha stimolato, mi ha iniettato quelle motivazioni di cui avevo bisogno per superare i miei problemi e tornare a correre forte. Seguirlo nelle sue imprese è stato per me quasi come viverle in prima persona, le toccavo con mano, in mezzo all’entusiasmo che io e gli altri tifosi della Valle Varaita portavamo in giro per l’Italia e per l’Europa: lui vinceva ed otteneva grandi risultati ed io vivevo i suoi successi quasi fossero un po’ anche miei, perché il legame con lui è sempre fortissimo. Questo fattore è stato decisivo: riassaporare quel gusto mi ha spinto a cambiare la mia testa, a tornare quello di prima, ad allenarmi con determinazione, serietà, a riprovarci…”
Parlaci delle tre prove di Campionato Italiano: raccontaci i tuoi ricordi legati ad ognuna di esse, qual è stata la più difficile, quale quella che ricordi più volentieri, e perché ?
“Le ricordo come tre gare davvero tutte belle, soprattutto tatticamente: a Tarvisio stavo bene ma mai mi sarei aspettato di arrivare 2°. Però come spesso accade il primo risultato è quello che ti dà la spinta perché ti conferma che sei sulla strada giusta. La gara migliore della stagione però penso di averla fatta a Campodolcino: all’inizio del 3° giro Simukeka ormai se n’era bell’ e andato ma il Campionato Italiano si stava ancora decidendo e De Gasperi ha allungato per provare ad andare via, ero in difficoltà e lo vedevo allontanarsi piano piano. In quel momento è stato l’orgoglio, la volontà, a farmi andare avanti, non ho accettato di arrendermi perché sentivo di poterlo vincere io il Campionato Italiano e sorprendendo anche me stesso ho trovato le forze per andare a riprenderlo e poi staccarlo nel finale. Ho vinto la prova e penso di aver deciso li anche l’esito del titolo, a Domodossola non ho fatto la grande gara ma difendendomi nella prima parte e tornando sotto nel finale ho colto quel podio che mi serviva per raggiungere questo risultato, che volevo con tutte le mie forze.”
Ti sei presentato agli europei quasi in sordina, tutti gli occhi erano per De Gasperi e per Benard, con Sterni che era forse il più adatto dei nostri sul percorso di sola salita, poi invece la grandissima gara oltre le attese l’hai fatta tu. Quali sono i tuoi ricordi di Telfes ?
“Si, la gara degli Europei rimarrà indimenticabile per tanti motivi: la prima prova internazionale importante dopo tanto tempo, un percorso durissimo. Sono partito guardando soprattutto De Gasperi e mio Fratello Bernard, che tenevo come miei punti di riferimento ma dentro di me avevo una gran FAME, in senso sportivo, la stessa che aveva Bernard l’anno scorso. Man mano che salivo sentivo di stare bene, tanto che ad un certo punto ero addirittura 4°, quello è stato un altro momento decisivo: avessi continuato con quel ritmo probabilmente avrei finito per saltare e chiudere 10° o 12°, invece ho avuto la lucidità di gestirmi…in breve mi sono ritrovato intorno alla ottava posizione ma abbastanza in controllo. Nello strappo finale ne avevo ancora un pizzico e sono andato a prendermi quel 6° posto superando il Francese (Said Jandari N.D.R.)…alla fine l’oro a squadre è arrivato per 3 punti proprio sulla Francia. E’ stata una sensazione indescrivibile, una giornata ed una gara che non dimenticherò mai, grazie anche alla presenza dei nostri impareggiabili ed unici tifosi ed amici.”
Cominciamo a parlare di Mondiale: dopo la 2^ prova di C. Italiano, corsa proprio ad alpe Motta, anche tu hai espresso alcune perplessità sulle caratteristiche del percorso, la polemica poi è stata chiusa e quindi è inutile riaprirla ma vorrei chiederti in quale punto della gara, secondo te, dovrete stare maggiormente attenti ad eventuali attacchi degli avversari ?
“Dico subito che temo, pur non conoscendoli direttamente, gli Eritrei e gli Ugandesi, oltre naturalmente al Rwandese Simukeka, il quale però a Domodossola , sulla seconda salita, mi ha confermato che questa potrebbe forse, e sottolineo il forse, essere il suo piccolo, e sottolineo il piccolo, tallone d’achille. Per questo dico che la gara si deciderà sulla salita del 3° giro. Mi attendo attacchi nelle prime due discese, e lì penso che sarà forse il caso di non farsi prendere troppo la mano, ma lasciare anche che qualcuno prenda un po’ di vantaggio, lanciarsi giù a tutta nei primi due giri rischia di imballarti le gambe che poi potrebbero abbandonarti nella salita finale, dove saranno in tanti ad avere problemi. Poi sulla parte tecnica qualcosa si potrà fare, ma a patto di non bruciarsi andando dietro agli africani nelle prime discese.”
Metti in fila i tuoi favoriti per questo mondiale? chi saranno secondo te i protagonisti della rassegna iridata?
“Prima di tutto dico Jean Baptiste Simukeka, quello che ha messo in mostra ai campionati italiani è li da vedere: il favorito d’obbligo è lui. La squadra Ugandese presenta nomi importanti: il vincitore del mondiale Juniores 2007 Kusuro, l’argento Senior dello scorso anno: Toroitich, ed un veterano come Moses Aliwa che ha battagliato con i big nel 2007. Infine L’Eritrea, che non ha certo bisogno di presentazioni. Da parte nostra spero tanto che io, mio Fratello Bernard e Marco de Gasperi possiamo recitare la parte degli outsiders, con magari quel pizzico di fiducia in più che ci può arrivare dai tifosi Italiani, che sono certo saranno tantissimi sul percorso.”
Le polemiche, le rivalità, l’attenzione dei media che va e viene…..cosa serve alla Corsa in Montagna per diventare più grande e per attirare voi atleti ?
“Secondo me prima di tutto servono percorsi più accessibili e studiati con maggiore attenzione. Non parlo delle prove di campionato italiano solamente, ma di tutte le gare di corsa in montagna: devono attirare tanti atleti, e soprattutto giovani. Per questo ritengo che non abbia senso che siano delle sky race scimmiottate la cui unica prerogativa sia il dislivello e la salita durissima. Servono percorsi di montagna, si, ma su cui si possa fare dell’atletica. Ed inoltre va curato con maggiore attenzione il salto che si crea quando uno junior passa tra gli assoluti: le distanze e le difficoltà del percorso mutano in maniera troppo marcata a mio avviso. La corsa in montagna deve attirare tanti atleti che la vogliano correre per poter diventare più importante. Infine dico anche più coesione e maggiore serenità nel gruppo della nazionale: le polemiche sono il sale ed il pepe, il concime per far crescere il movimento, ne sono certo, ma serve anche tranquillità ed armonia in un gruppo vero per poter ambire a grandi risultati.”
Il mondiale è di certo l’evento della stagione, ma tu hai già realizzato qualcosa di grande Laureandoti Campione d’Italia 2009, c’è una dedica per questa grandissima vittoria ?
“La dedica è doppia…anzi..tripla : prima di tutto a mio fratello Bernard, che lo scorso anno l’aveva dedicato a me. Lui è uno tosto, orgoglioso, ma so che quest’anno sta passando momenti difficili. Ha reso possibile tutto questo con i suoi grandi risultati, facendo in modo che tornassi a credere in me, il minimo che possa fare è dedicargli il titolo. Poi alla mia nipotina Vittoria, di cui sono anche il padrino, è nata 4 mesi fa, le sono legatissimo… e con quel nome non può che essere il gioiello in una famiglia di atleti. Infine un saluto, visto che dice sempre che non le dedico mai nulla (ride n.d.r.), a mia sorella Margherita !!…. GRAZIE A TUTTI, E CI VEDIAMO A CAMPODOLCINO !!!”
intervista di:
ALEX SCOLARI
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