Con Wyatt a caccia dell’undicesimo sigillo, domenica 30 agosto torna a Susa la grande classica della corsa in montagna. Con alcune novità. Sarà una Stellina giocoforza diversa quella che tra dieci giorni tornerà a chiamare in Valle di Susa il meglio del mondo che corre in montagna. Lo sarà soprattutto perché, per la prima volta nella storia dell’evento, il Comitato organizzatore è stato costretto ad apportare modifiche ad un tracciato su cui, dal 1989 in poi, si sono misurati tutti i più grandi della specialità. Cambio in corsa e in extremis, dunque, per ovviare a quanto creato da imponente slavina invernale a poche centinaia di metri dal passaggio in località Grange Sevine, quel piccolo gruppo di case che fu teatro della battaglia partigiana alla cui memoria è legata la manifestazione internazionale da sempre organizzata dall’Atletica Susa. Dalla frazione di Chiamberlando, laddove gli uomini arrivano dopo circa 7000 metri di una fatica che il prossimo 30 agosto tornerà a cominciare dalla finalmente agibile Piazza Savoia di Susa, e poche centinaia di metri oltre la tradizionale partenza delle donne, tutti gli atleti saranno così chiamati a scegliere l’altro versante della montagna, per puntare verso le antiche borgate di Mompantero Vecchio e del Tour, prima di raggiungere ancora una volta il pianoro di Costa Rossa e il cippo che ricorda il sacrifico dei partigiani all’epoca guidati dal Comandante Laghi, al secolo l’imprenditore e collezionista Giulio Bolaffi. Un paio di chilometri in meno rispetto al percorso classico, dunque, tanto per gli uomini (12265 metri – 1580 quelli di dislivello in sola salita) quanto per le donne (5985 metri – 720 metri il dislivello). Tutti comunque costretti a misurarsi su di un dislivello che rimane però sostanzialmente immutato. Tracciato che potrebbe così risultare addirittura più duro del consueto, e su cui l’indiscusso “re della Stellina” proverà a difendere quel dominio che nel 2008 toccò cifra doppia. Per aggiungere nuova perla ai suoi straordinari dieci successi consecutivi, Jonathan Wyatt, il trentasettenne neozelandese che a Susa è ormai di casa, dovrà questa volta soprattutto vedersela con qualche sagoma nera, le stesse ombre leggere che in questa sua stagione sinora un poco altalenante in più di un’occasione lo hanno messo in difficoltà. A mettere fine al regno di “Jono”, ci proveranno così soprattutto il keniano Matthew Rugut, qui secondo lo scorso anno, le novità etiopi Dereje Tadesse e Thilahun Girma e il ruandese Jean Baptiste Simukeka, vincitore davanti a tutti gli azzurri della seconda prova di campionato italiano qualche settimana orsono. Insieme a loro, a caccia anche di conferme in vista della rassegna iridata di Campodolcino (Sondrio – 6 settembre) anche un terzetto statunitense, costituito da Richy Gates, Simon Gutierrez e Joseph Gray. Insieme all’altro neozelandese Daniel Clendon, interessante sarà poi seguire l’esordio in Valle di Susa di un atleta dell’Est asiatico, quel Yujro Lida, ventiquattrenne giapponese, che anche con buoni risultati sta contribuendo ad allargare ulteriormente gli orizzonti di disciplina sempre più universale. Tra le donne, in attesa di sciogliere le riserve circa la presenza della signora Wyatt, la fondista azzurra Antonella Confortola, fari decisamente puntati sul ritorno a Susa della due volte iridata Melissa Moon, educatrice neozelandese che qui pure già vinse nel 2006 dopo altri due piazzamenti da podio. Con lei in gara le connazionali Sarah Biss e Lara Philips, ma anche e soprattutto l’etiope Meseret Dugo e la giovane russa Janna Vokueva, già medagliata mondiale a livello juniores e ottima settima ai recenti Campionati Europei. In quanto prova del Gran Premio Comunità Montene Piemontesi 2009, la manifestazione segusina aprirà per la prima volta le sue porte anche agli juniores, con i maschi al via sullo stesso tracciato delle donne e con le femmine impegnate invece su tracciato più breve, 2470 metri con partenza dalla borgata Tour. Ancora da verificare rimangono soltanto le presenze di alcuni fra i migliori azzurri. Cadendo ad una sola settimana dai Mondiali della Valle Chiavenna, alcune delle punte italiane non potranno logicamente essere in gara alla Stellina. Ma all’indomani dell’ultima prova tricolore, in programma questo fine settimana a Domodossola, chi vorrà cercare rivincite o conferme sa di poterlo ancora una volta fare in una gara che davvero ha fatto la storia della corsa in montagna internazionale. Susa, Mompantero, Costa Rossa, con le emozioni e il fascino di manifestazione che riduttivo sarebbe leggere solo dal lato sportivo, ancora una volta vi attendono. Paolo Germanetto stellina09