Dal 2005 al 2008: altre emozioni, alla vigilia degli Europei

Il Grosslockner, il suo ghiacciaio, la più alta fra le montagnae austriache. E una grande classica della corsa in montagna internazionale ad ospitare i Campionatii Europei del 2005. Edizione trionfale per gli austriaci quella di Heiligenbut: doppia vittoria a livello individuale, con Andrea Mayr e Florian Heinzle a vincere la gara dei loro sogni: in casa, davanti a pubblico davvero numeroso, con grande risalto sui media nazionali e in tutto l’ambiente dell’atletica austriaca. Percorsi durissimi, un poco all’antica, che appieno valorizzarono le doti dei vincitori, ma anche di coloro che pur salirono sul podio: il tedesco Helmut Schiessl e il sempre presente Marco De Gasperi, l’altrettanto abbonata al podio Anna Pichrtova e la sopresa elvetica Angelina Joly. Nei pressi di quel podio anche una bravissima Vittoria Salvini, quinta, con l’Italia a fare al solito  sua la Coppa per Nazioni maschile (settimo Gaiardo, decimo Abate) e a cogliere l’argento in quella femminile (nona la Confortola, ventesima la Gaviglio).
Ad Upice, nel 2006, di nuovo in scena la salita e la discesa: qui, in Repubblica Ceca, l’azzurro Marco Gaiardo dimostrò la sua forza anche su tracciati di non sola ascesa, difendendosi strenuamente, nel finale, dal ritorno del turco Selcuk e  del francese Rancon, con lui sul podio ad una manciata di secondi: quelli sufficienti, comunque, per poter alzare le braccia al cielo per la seconda volta in una rassegna europea!  A podio andò anche Vittoria Salvini, terza in un’annata per lei davvero di alto profilo: ad Upice solamente la solita Anna Pichrtova e l’allora appena diciottenne slovena Mateja Kosovelj seppero fare meglio. Per gli azzurri, doppio successo per Nazioni, con la bella quinta piazza di Gabriele Abate a meritare sottolineatura. Dai Pirenei francesi, l’anno seguente, sarebbe invece passata novità importante  per la massima rassegna continentale: a Cauterets, a due passi da Lourdes, per la prima volta in gara anche gli juniores, con la slovena Krkoc ed un terzetto turco – Akoyun, Akalin, Uruclu – a prendersi tutta la  neonata ribalta giovanile. I giovani azzurri si difesero: la figlia d’arte Clara Faustini fu settima, emulata al maschile da Alex Baldaccini, che insieme ad Emanuele Rampa e  Andrea Tabacchi colse pure il bronzo a squadre. Terze furono anche le nostre seniores, con la Salvini settima e poco avanti alla Roberti e alla Desco, in una prova  segnata dalla comparsa nei piani alti della Norvegia, che con Anita Eversten festeggiò la sua prima grande vittoria nella specialità. E forte si rischiò la doppietta scandinava, se solo la solita Pichrtova non si fosse inframezzata, nel finale, tra la Eversten e la maratoneta Kristine Otterbu. Molto azzurro fu invece il podio maschile, con De Gasperi a scavalcare Gaiardo nel finale, senza però riuscire ad avere la meglio, in volata, sul nuovo, piccolo, grande protagonista della specialità, il turco Ahmet Arslan. Ben presto divenuto sorta di bestia nera per gli azzurri votati alla disciplina. Propensione, questa, che nitidamente avrebbe mostrato l’anno seguente, lo scorso anno: là dove il passato di questo nostro racconto diventa sempre più prossimo al presente. Zell am Harmersbach 2008 fu sì teatro della clamorosa replica di Arslan, ma certo l’Italia che in montagna ci corre preferisce legare ricordi ed emozioni della trasferta tedesca all’impresa di Elisa Desco e a quel suo successo, voluto e  cercato, come forse solo può fare chi abbia percorso tutte le tappe della gavetta agonistica. La francese  Devillers e l’inglese Tunstall – argento under 23 nel cross di Bruxelles qualche mese dopo – le ultime ad arrendersi alla progressione della cuneese, che in un coraggiosissimo Bernard Dematteis trovò figlio della stessa  terra capace di suscitare altrettanti entusiasmi. Un attimo appena per passare da grande promessa a pilastro della squadra azzurra, rito consumatosi tutto sui sentieri di Zell, quel 12 luglio. Giorno in cui, Marco De Gasperi colse l’ennesima medaglia, un bronzo forse inferiore ad attese e speranze, ma che unito ai piazzamenti di Gaiardo e Abate mise una volta in più gli azzurri avanti a tutti, con la Spagna a fare suo l’argento e il primo podio internazionale nella specialità. Al femminile, arrivò invece un bronzo, frutto anche delle belle prove di Roberti e  Scolari: esperte pedine che in gara l’Italia tornerà a giocarsi anche nella Valle  dello Stubai, tra un paio di giorni. Le prove juniores,  rimangono invece legate alla nuova tripletta turca al maschile – Hasan Pak su tutti – e alla grande rimonta russa – Maria Bykova la più brava – al femminile. Per gli azzurrini, l’argento maschile – sesto Chevrier, nono Re, poi Leoni e Cagnati, questi ultimi in gara anche quest’anno – e la quarta piazza delle donnine, con Clara Faustini e Sara Bottarelli appena fuori dalle dieci.

Due giovanissimi a chiudere, allora, questo nostro piccolo viaggio a ritroso. Storia recente, su cui  si innestano anche, almeno, quegli altri allori che l’Italia colse tra quello storico esordio organizzativo di Nevegal e la "prima" con European Athletics, a Madeira. Così, al volo, per celebrare le solitarie fughe di Antonio Molinari più volte campione. A Sestriere, nel ’98, lo fu insieme al primo sorriso vincente  di Rosita  Rota Gelpi, per un podio che quella volta, con Gaviglio e Baronchelli ,fu solo e unicamente azzurro.

Paolo Germanetto

Bernard Dematteis è argento nel 2008 Secindo titolo europeo perMarco Gairado, Upice 2006