Sul Pirellone si impongono loro. La straordinaria presa mediatica di queste manifestazioni

Vanno presi per quello che sono: eventi in cui la straordinaria vetrina mediatica di certo prevale sulla valenza meramente agonistica. Di  sport vero e proprio non si può (ancora?) parlare, ma di certo queste  corse in verticale sui grattacieli delle più importanti metropoli mondiali confermano un’impressionante capacità di presa a livello di media. Fatica immane, acido lattico a iosa ed elargito anche agli arti superiori, ma così è stato anche per il "3° Vertical Sprint", la scalata ai trentuno piani del Pirellone di Milano andata in scena domenica 1 marzo. Seconda tappa di un circuito mondiale che partito…….dall’Empire State Building neyworkese, farà poi tappa a Berlino, Taipei, Chicago, Singapore e Sidney. A Milano, tutto come nelle previsioni, con il presidente della Regione Lombardia Formigoni ad offrire strette di mano e sorrisi in primis a Daniela Vassalli e Marco De Gasperi, entrambi reduci dall’argento sulle "cime" di Manhattan. Vertical, ma sprint per davvero, per forza di cose, la prova meneghina: 3’42" sufficienti al forestale di Bormio per portare a casa una vittoria, a dirla tutta, risicata e sofferta. Merito, soprattutto, di Fabio Ruga (Recastello), autore di gran rimonta e alla fine accreditato dello stesso tempo del pluri iridato di corsa in montagna, che sul podio, da terzo, è affiancato pure dal compagno di squadra Marco Rinaldi (3’48"). Più agevole, tra le donne, la vittoria della Vassalli: sulle scale, la bergamasca saltella per 4’43", lasciando a 9" la catalana Stefany Jimenez e a 19" Cristina Bonacina (Talamona).

"Ancora non è ben chiaro se sia un incubo, una splendida follia oppure un vero e proprio sport". L’incipit di Guido Alessandrini, firma storica dell’atletica italiana sulle colonne di Tuttosport, ben inquadrava la situazione e la curiosità suscitata alla vigilia dell’evento. Di certo, su di un quotidiano sportivo così importante, un’intera pagina – con tanto di richiamo sulla prima – Marco De Gasperi, sinora, non l’aveva messa insieme neanche affiancando idealmente uno all’altro tutti i resoconti dei suoi sei titoli mondiali nella corsa in montagna…Un poco rode, come sottolinea lo stesso Alessandrini. Ma se serve a sdoganare una volta in più la specialità votata a cime più naturali, allora ben venga. Potenza dei media.

Paolo Germanetto

 

il podio maschile con Formigoni podio femminile