Il numero uno dell’associazione Amici della Corsa in Montagna ci ha raccontato cosa va e cosa proprio dovrebbe cambiare per la crescita del movimento
Se per molti atleti questa è una fase di scarico, i vertici Fidal sono in fermento in vista delle ormai prossime elezioni. Abbiamo approfittato del momento per fare il punto della situazione con il numero 1 dell’Associazione “Amici della Corsa in Montagna” Giorgio Bianchi. Ne è nato un botta e risposta un poco lungo ma decisamente interessante… Si è ufficialmente conclusa la stagione della corsa in montagna. A “bocce ferme faccia un bilancio su un questo 2008? “A bocce veramente ferme il 2008 va in soffitta con buoni, anzi ottimi risultati, ma anche con alcuni punti interrogativi. Ci siamo fortemente impegnati nell’azione per la quale l’Associazione è nata, rivolta verso settore giovanile e di cui i riconoscimenti agli allievi azzurri nell’incontro internazionale di Susa e a tutti gli iscritti ai campionati italiani di Roncobello rappresentano un esempio. Abbiamo poi impegnato molte delle nostre energie nella promozione mediatica, con un servizio tempestivo di comunicati stampa di cui hanno potuto beneficiare con continuità – e non solo attraverso il nostro sito ufficiale – organizzatori di manifestazioni, organi ufficiali come la stessa Fidal e tutti gli addetti ai lavori. E’ anche certo motivo di orgoglio sapere che corsainmontagna.it venga ormai unanimemente considerato l’organo ufficiale della disciplina. Particolare poi la collaborazione con la rivista "La Corsa", all’interno della quale lo spazio dedicato alla corsa in montagna è praticamente raddoppiato, anche e soprattutto grazie ad una firma storica come quella di Giovanni Viel e all’entusiasmo di un direttore come Walter Brambilla che pensiamo di aver fatto innamorare un po’ di più di una disciplina che già amava. Il punto interrogativo maggiore – e probabilmente l’unico – riguarda il fatto che non sono riuscito a capire fino in fondo se l’Associazione è davvero vista come una risorsa per il movimento o piuttosto come una minaccia… ma sono invece convinto che con il lavoro riusciremo sempre più a farci conoscere ed apprezzare”. Ha parlato di promozione mediatica. Oltre alla carta stampata e internet ci parli di come avete provato a sdoganare questo sport sul piccolo schermo? “Per la prima volta nella storia della disciplina, tutte le principali manifestazioni – nessuna esclusa! – sono state trasmesse in sintesi sul canale satellitare sportivo della Rai: dalle tre prove di Campionato Italiano ai tricolori a staffetta e a quelli Master, con l’aggiunta sia dei Campionati Europei sia della Coppa del Mondo. Da sottolineare che nel caso degli Europei, la nostra produzione ha avuto anche un seguito presso l’Eurovisione, grazie ad un proficuo rapporto di collaborazione durato mesi con European Athletics. A ciò si aggiungano i vari passaggi su Sky Sport, all’interno della trasmissione Icarus, con una dozzina di manifestazioni seguite. Proprio in questi giorni Sky sta valutando la possibilità di mandare in onda uno speciale dedicato alla corsa in montagna in cui verrebbero recuperati tutti i servizi che ancora non sono andati in onda. Non dimenticherei nemmeno la possibilità data a tutte le tv locali che ne abbiano fatto richiesta di avere le immagini delle manifestazioni seguite per nostro conto da Pubbliteam. Occasione che ad esempio PiùValliTv ha preso al volo creando uno spazio fisso dedicato alla corsa in montagna e di cui altre emittenti locali lombarde, trentine e piemontesi hanno di volta in volta usufruito… Inoltre, le nostre produzioni, con DVD riepilogativi delle tre principali manifestazioni internazionali 2008: Memorial Germanetto, Europei, Coppa del Mondo, a cui a breve se ne aggiungerà un altro con un riepilogo commentato di tutta la stagione. Lavori che già sono stati distribuiti agli organismi federali nazionali e internazionali e a molti addetti ai lavori. Riassumendo, un lavoro notevole, sicuramente da migliorare e perfezionare, ma che ha già riscosso consensi da gran parte del nostro movimento e da importanti professionisti del settore, rimasti notevolmente colpiti e dal nostro impegno e dalla qualità delle immagini curate dal service cui ci siamo affidati, vale a dire Pubbliteam. In particolare, desidero davvero ringraziare Franco Bragagna, la "voce" Rai dell’atletica e di molto altro ancora, che alla corsa in montagna in questa stagione ha a più riprese prestato non solo il commento ma anche l’impegno personale nel riuscire a "sbloccare" manifestazioni ancora in attesa di buchi nel palinsesto….. di tutto ciò vorrei anche ringraziare un componente dell’Associazione il Vice Presidente Germanetto che davvero si è fatto in quattro/cinque per dare la migliore assistenza possibile agli operatori, un lavoro nascosto encomiabile, mettendoci faccia e braccia …” Anche se la strada da percorrere è ancora lunga, qualche piccolo risultato l’avete raggiunto. Ma questo 2008 è stato tutto rose e fiori? “Proprio le situazioni citate nelle righe precedenti sono quelle che vorremmo superare per la stagione a venire, in cui , fatti alcuni aggiustamenti, vorremmo continuare questa azione, avvalendoci però di un appoggio più completo da parte di tutto il movimento. Come dicevo prima c’è un dubbio infatti che a volte ancora fa capolino: attiene al confine che passa tra quanto il nostro lavoro sia visto come una risorsa o come un possibile pericolo. Sopportare e supportare sono termini assonanti, ma dal significato completamente diverso…e nei prossimi mesi su questo vorremmo riuscire a sgombrare il campo da ogni dubbio. Anche perché è indubbio che la maggiore visibilità che siamo riusciti a creare attorno alla disciplina sia una risorsa di cui possa giovarsi tutto il movimento. Anche in quelle componenti che al nostro lavoro guardano costantemente con l’occhio di chi vuole coglierne più che i meriti e i frutti, gli eventuali errori, da cui pur certo non siamo immuni. In questa azione ciascuno di noi sta mettendo del suo, senza trarne alcun profitto personale, ma anzi per lo più mettendoci suo tempo e proprie risorse. Presidente, vice e segretario, in questa fase, ad esempio, possono vantare più di qualche credito… La speranza è che la forte azione del 2008 possa tradursi per la stagione ventura in importanti ritorni di sponsor, grazie anche all’aiuto che Massimo Magnagni con il suo team cerca di darci, quindi la ricerca di nuovi sponsor che vadano ad affiancarsi a quelli storici dell’Associazione, come Cellular Beton, azienda bergamasca capitanata da un super appassionato come Adriano Anesa, vero amico della corsa in montagna: a lui un nostro grazie davvero di cuore”. Nell’ambiente i paragoni tra corsa in montana e skyrunning sono all’ordine del giorno. Se il livello sportivo della prima è decisamente più elevato, in ambito organizzativo gli amici dello skyrunning sembrano però avere una marcia in più… almeno per quanto riguarda l’attenzione vero i media e quindi il conseguente successo verso il grande pubblico? Prendere ad esempio quanto di buono si fa in questa disciplina affine ed assegnare i titoli tricolori a gare che garantiscano percorsi spettacolari, tanto pubblico, addetto stampa e quindi ritorno mediatico non potrebbe essere un’idea da perseguire? “Dal punta di vista sportivo dice bene, mentre nell’ambito organizzativo gli eventi clou della corsa in montagna nazionale sono talvolta ancora un po’ bloccati sotto alcuni aspetti, anche se quest’anno si sono viste parecchie buone organizzazioni. Bisogna ancora lavorare molto e, perché no, scopiazzare anche qualcosa dagli amici skyrunner, che in alcuni occasioni sono molto più bravi a vendere il loro “prodotto”, anche se bisogna essere sinceri nel dire che dal punto di vista paesaggistico e di panorama spesso le gare di skyrunning possono vantare più presa. Il mio parere sulle discipline è comunque abbastanza in contrasto con altre idee: io penso che le due possono benissimo convivere, che alcune gare di skyrunning non siano per tutti e che dovrebbero essere limitate ad alcuni che vogliono provare un’impresa e ne abbiano le capacità. Mentre sono anche dell’opinione che molte gare più corte possano tranquillamente regolarizzarsi ed entrare nel circuito FIDAL perché ne hanno le caratteristiche, ma non mi dilungo perché qui i discorsi sono molto più ampi e non mi competono”. Oltre alla carica di presidente nell’associazione “Amici della Corsa in Montagna”, lei è anche un giovane organizzatore; ha quindi ben chiara la situazione del movimento. Cosa va e cosa proprio deve cambiare? “C’è situazione per certi versi anomala, anche se presente in altri discipline. Ma forse nessun altra specialità dell’atletica a livello dirigenziale si ritrova con un “buco generazionale” come quello in cui versa la corsa in montagna italiana. A livelli decisionali manca quasi completamente la generazione dei 40-50enni. Su questo occorre interrogarsi con coraggio ed onestà intellettuale, per comprendere come mai il movimento abbia di volta in volta perso figure che potevano essere delle risorse. E dal mio punto di vista il cambiamento è sicuramente spesso esso stesso una risorsa”. Concludiamo con una domanda piccante. Qual è il rapporto della associazione che rappresenta con i vertici federali? A pochissimo dalle elezioni si auspica il mantenimento delle attuali cariche o un radicale cambiamento? Nel secondo caso, ovviamente, ci motivi il perché “Con i vertici federali i rapporti sono buoni ed è probabile che le stesse cariche resteranno anche nel prossimo mandato. Però da questo nuovo consiglio, siccome ho appena detto che sono per il cambiamento, mi auspico un radicale rinnovamento: nelle regole, nel modo di intendere gli eventi dell’atletica e soprattutto della corsa in montagna, per la quale è secondo me davvero arrivato il momento di uscire dal proprio guscio, smettendola di guardare più ai pericoli che alle possibilità cui questo atteggiamento possa portare. D’altro canto abbiamo dalla nostra parte paesaggi e gare che nemmeno nessuna maratona può avere… Io ci credo fortemente, vorrei che questo splendido sport voltasse la pagina, vorrei vedere che più gente possibile conosca la corsa in montagna e la pratichi come opportunità. Ovviamente per far si che questo si avveri serve il più ampio consenso da parte del mondo corsa in montagna”.
Maurizio Torri
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