La Coppa del Mondo 2002 e quella del 2004 nel racconto dei Mondiali passati
Innsbruck/AUT (2002)
Nebbia, pioggia e freddo per suggellare l’atteso trionfo di Jonathan Wyatt. Partito sotto un “Tetto d’Oro” – il “Golden Dachl”, simbolo della città tirolese – d’oro Jono si vestì idealmente già prima del traguardo, tanto fu netta la sua vittoria. Oltre tre minuti il margine sul francese Raymond Fontaine e sulla sorpresa targata Messico, Rainulfo Sanchez. Loro su di podio che sino alle ultime centinaia di metri sembrava poter premiare anche l’azzurro Marco Gaiardo, comunque ottimo quinto all’arrivo. Con Antonio Molinari ottavo, Marco De Gasperi nono ed Emanuele Manzi quindicesimo, l’Italia portò a casa l’ennesimo successo per Nazioni, un poco giovandosi anche dell’errore di percorso in cui incapparono nel finale due dei quattro rappresentanti della Slovacchia, che chiuse seconda davanti alla Francia. In azzurro quel giorno corsero anche Davide Milesi, trentaseiesimo, e Alessio Rinaldi, quarantatreesimo.
La prova femminile si corse invece di sabato e sotto il sole, tra i trampolini olimpici di Igls. Ad aggiudicarsela la favoritissima russa Svetlana Demidenko, che non attese molto per involarsi da sola. Ad Innsbruck, forte brillò anche l’argento di una fondista trentina che le spiccate doti per la corsa in salita mai sino a quel momento aveva messo al servizio dell’azzurro: dopo la Ravizza, ecco per l’Italia un’altra scalatrice pura, Antonella Confortola, che in Austria lasciò di bronzo la polacca Isabella Zatorska. Pierangela Baronchelli chiuse settima, Rosita Rota Gelpi tredicesima e Vittoria Salvini sedicesima, e le azzurre precedettero così Nuova Zelanda e Francia.
Mai nessuno era riuscito a doppiare il successo iridato tra gli juniores. Il friulano Stefano Scaini fu il primo a riuscire nell’impresa, facendo suo dopo quello di Arta Terme 2001 anche l’oro di Innsbruck, incastonati tra il suo storico bronzo continentale nel cross. Argento e bronzo premiarono le scuole dell’Est europeo, con il ceco Kreisinger secondo e il polacco Dorszynski terzo e di qualche secondo avanti al bravissimo Antonio Toninelli, che chiuse quarto. Luca Orlandi, ora fondista delle Fiamme Oro, terminò ottavo, mentre Marco Rinaldi finì ventiquattresimo. A squadre la Slovenia di Mitija Kosovelj e Peter Lamovec dietro l’Italia, con il bronzo per la Germania.
A Innsbruck, la piccola russa Victoria Ivanova aveva solo quattordici anni. Negli anni a venire finirà anche quinta in un Mondiale juniores sui 3000 metri in pista, ma già quel giorno mostrò piglio da veterana allungando nel finale sulla favorita svizzera Lea Vetsch (sul podio anche nel 2000 e nel 2001) e sulla tedesca Lisa Reisinger. Migliore delle azzurrine, la saluzzese Michela Beltrando, ottava e di un soffio dietro la slovena Mateja Kosovelj, lei pure quattordicenne all’epoca. Con il quattordicesimo posto di Cecilia Sampietro e il diciassettesimo di Sara Dossena, le giovani italiane chiusero quinte nella classifica per Nazioni per la prima volta dominata dalla Turchia su Germania e Austria.
Sauze d’Oulx/ITA (2004)
Il sorriso e le lacrime di una fatina azzurra sulle Montagne Olimpiche della Valle di Susa: fu probabilmente questa l’immagine che più di tutte suggellò la ventesima Coppa del Mondo. Ma a livello strettamente agonistico, l’impresa fu ancora una volta quella di Jonathan Wyatt, che fece suo il quarto titolo iridato alla fine di un impressionante trittico che nelle due settimane precedenti l’oro di Sauze d’Oulx lo vide prima trionfare a tempo di record al Challenge Stellina di Susa e poi arrivare ventunesimo nella maratona olimpica di Atene. Tra Jovenceaux e Sportinia anche l’eritreo Tesfayouhanis Mesfin – uomo da meno di un’ora sulla mezza maratona- dovette alzare bianca e poi difendersi nel finale dal ritorno del sempre puntuale francese Raymond Fontaine. In lotta per il podio per due terzi di gara, Marco Gaiardo (sesto) e Marco De Gasperi (nono) perdettero un po’ di terreno nel terribile tratto finale, la dove invece rinvenne sino all’undicesima piazza Davide Chicco. Diciottesimo fu invece Gabriele Abate e con il ventunesimo posto di Roberto Porro e il venticinquesimo di Antonio Molinari, l’Italia festeggiò una Coppa del Mondo diffusa anche in diretta dalla RAI, con dati di audience decisamente incoraggianti, come d’altro canto già avvenuto per Arta Terme 2001.
L’impresa di Jonathan rischiò però di essere oscurata da quella di Rosita Rota Gelpi, che sul pianoro di Sportina, a duecento metri dal traguardo, operò il sorpasso più intenso di una carriera che pure già le aveva regalato l’iride della Malasia nel ’99. Mai sino allora Rosita era andata al di là del tredicesimo posto in una Coppa di sola salita, ma in quella giornata di grazia il meglio delle corsa in montagna mondiale dovette inchinarsi al suo talento. Chi più ci rimase male fu la ceca Anna Pichrtova, che una volta staccate l’austriaca Andrea Mayr (terza) e l’azzurra Antonella Confortola (quarta) aveva creduto di avere ormai partita vinta. Al traguardo un po’ di delusione serpeggiava anche sul volto della Confortola, smorzata però dall’oro a squadre che l’Italia fece suo anche con la nona piazza di Flavia Gaviglio e il ventitreesimo di Matilde Ravizza.
Tra gli juniores, la russa Julia Mochalova mise d’’accordo le due amiche-rivali Lucija Krkoc e Mateja Kosovelj: per loro argento e bronzo e l’oro per la Slovenia su Russia e Polonia. Quarte invece le azzurrine, con Serena Pollazzon quinta, Isadora Castellani quindicesima e Martina Tazzioli costretta al ritiro.
Tutta l’Eritrea contro il povero Juan Carlos: questo fu invece il tema della prova juniores, che vide Mohamed Haben precedere Kiflom Weldenmichael e il messicano Carera. La bella rimonta di Bernard Dematteis si arrampicò sino alla quinta piazza, mentre per l’atleta di casa, Mattia Roppolo, un undicesimo posto che unito al quattordicesimo di Martin Dematteis e il quindicesimo di Ruggero Grezzi portò l’Italia sul terzo gradino del podio, alle spalle di Eritrea e Turchia.