Il campioncino della Valle Varaita stupisce ancora e dalla Cedegolo-Cevo porta a casa il titolo Italiano dedicandolo al gemello Martin, e adesso è toto-mondiale??
“Questo titolo lo dedico col cuore a mio fratello Martin, che in questo momento ha qualche piccolo problema ma che è forte quanto me e spero che presto possa tornare a dimostrarlo”..con queste belle e sentite parole Berny De Matteis metteva la parola fine ad un campionato Italiano che di certo ricorderemo tutti per anni; il baby d’oro della Valle Varaita, allevato e curato con sapienza e pazienza da coach Peyracchia, ha vinto nel giorno più difficile, quello in cui non si poteva sbagliare, quello in cui ormai anche la sua giovane età non gli sarebbe più valsa a farsi perdonare il minimo errore dopo una stagione come quella in corso, che lo ha visto costantemente protagonista: dalle staffette di maggio passando per il trionfo di Domodossola, l’attacco all’arma bianca dell’Europeo e la difesa coi denti sui Colli di San Fermo. Salendo verso la pineta di Cevo, Bernard sapeva che i bonus erano esauriti e che da questo momento in poi la storia del ragazzo di belle speranze si sarebbe esaurita per lasciar spazio a quella del nuovo Campione della Corsa in Montagna azzurra; il predestinato più accreditato cui affidare, un giorno, l’eredità dei monumenti che per diverse ragioni si sono dovuti accontentare di leggergli la schiena domenica.
SENIOR M: Le attese e le incognite però erano infinite nell’immediata vigilia della 3ª prova, mentre un cielo plumbeo ed un aria di certo poco estiva accoglievano i primi protagonisti sulla piazza di Cedegolo, sede della partenza. Il tris d’assi da cui pescare il nuovo campione Italiano prevedeva in ordine: De Matteis Bernard, De Gasperi Marco e Gaiardo Marco, con il Bellunese obbligato più degli altri a dover vincere dopo il 3° ed il 2° posto nelle prime due prove ma con un De Gasperi altrettanto all’ultima spiaggia, visto il 4° posto dopo la caduta nella prova d’apertura. Ma vicino ai tre contendenti il tricolore la gara nella gara per legittimare le speranze di maglia azzurra in vista dei prossimi mondiali coinvolgeva una nutrita muta di lupi affamati che come previsto hanno assalito la preda e reso la gara ancor più viva ed accesa. Al pronti via è stato una volta ancora Gabriele Abate a dare sfoggio delle riconosciute doti di grande agonista e a dare una prima avvisaglia di attacco, ma nella fase di salita più dura, come era prevedibile, la parte del leone è toccata al compagno di squadra Marco Gaiardo che nel tratto tra Pozzuolo e la Croce del Papa ha esercitato un forcing deciso che ha prodotto soprattutto il distacco di Marco De Gasperi, reduce dalle massacranti fatiche della Sierre Zinal del week-end scorso ed annunziato come in difficoltà ancora prima dello start. La classe del Bormino gli permetterà di non naufragare ma anzi di recuperare qualcosa nella parte finale ma come riconoscerà lo stesso campionissimo ai microfoni del post-gara dopo la gara in terra elvetica le speranze di un recupero completo erano davvero flebili. Chi invece non naufraga per nulla dinanzi ai fuochi artificiali di Gaiardo è Bernard De Matteis, che controlla l’esperto avversario nella parte meno congeniale per dare poi la stoccata decisiva negli ultimi 4 km, pieni zeppi di tratti in piano e leggera discesa in cui distendere la propria esaltante falcata. Insieme con i tre big, a fare la gara nelle posizioni avanzate erano un redivivo e scoppiettante Mauro Lanfranchi, 6° alla fine, ed un atteso Antonio Toninelli, che nel finale si permetteva addirittura il lusso di andare a podio precedendo De Gasperi di una decina di secondi. Dietro al “Dega” spazio per Hannes Rungger, firmatario di un 5° posto che odora di candidatura azzurra a tutti gli effetti. Prova di carattere e attributi d’acciaio quella offerta invece da Lele Manzi, febbricitante in settimana e timoroso di una prova opaca il Lariano ha invece tirato fuori la grinta ed il talento cristallino che gli hanno permesso di mettersi alle spalle un ottimo Sergio Chiesa e strappare un 7° posto dal valore intrinseco assoluto. Per Gabriele Abate un lineare 9° posto, ottenuto anche in virtù di uno sprint piuttosto agitato contro un altrettanto valoroso e meritevole Mikhail Mamleev, che chiudeva i fatidici “10”. Per trovare il primo degli assoluti maschili oltre l’ora di gara è necessario scomodare il 17° posto niente poco meno che di Lucio Fregona (1h00’05”), segnale di una gara molto veloce ed affrontata dagli atleti top con una mentalità davvero degna dei grandissimi appuntamenti.
SENIOR F: Poco più di una formalità invece la prova Senior Donne: con il titolo già in ghiaccio per Elisa Desco non era lecito attendersi una gara all’ultimo sangue e cosi è stato. Tuttavia temi e spunti davvero più che positivi non sono mancati. A vincere è stata la portacolori della Forestale: Renate Rungger, che dopo il 2° posto di Adrara ha deciso di rimettersi in gioco dimostrando di voler fortemente vestire l’azzurro anche della Nazionale di Corsa in montagna. Brava, Renate, a gestire con piglio autoritario una gara comunque non facile. Al traguardo oltre un minuto su una Desco comprensibilmente appagata psicologicamente ma che ha comunque onorato al meglio l’appuntamento. Terza una commovente Maria Grazia Roberti, vittima di un infortunio in settimana la “Mamma Volante” si è presentata con una vistosa fasciatura alle falangi della mano sinistra, ma nemmeno questo l’ha fermata dall’andare a prendersi un terzo posto che le vale il podio finale anche nella graduatoria generale dei Campionati Italiani. Vittoria Salvini chiude 4ª una incoraggiante prova d’orgoglio in un anno che obiettivamente i fan dell’ex campionessa d’Italia non ricorderanno particolarmente volentieri, ma che le è crediamo doverosamente concesso, dopo una carriera come la sua. 5ª piazza per una delle sorprese di giornata: Cinzia Passuello, protagonista di una seconda parte di stagione davvero notevole. Nota obbligatoria poi l’ 8°posto di Maria Righetti, che porta a casa il titolo italiano Promesse ma soprattutto nutre di una carta d’identità confortante (classe 1986) un movimento femminile che dietro ai lampi della giovane Desco rischia di doversi aggrappare alle gloriose ma ahimè non inesauribili risorse delle veterane.
JUNIOR F: Nelle gare Junior momenti importanti di crescita agonistica ed emozioni che cozzano violentemente hanno tenuto animata la prima parte della mattinata Cevese: le Junior Femmine hanno vissuto del piccolo dramma di Clara Faustini, vittima probabilmente di un leggero errore di percorso che le è stato fatale ma che nulla toglie al valore della campionessa uscente ed al duello entusiasmante tra Sara Bottarelli ed Elisa Matli per succederle sul trono. Alla fine il traguardo ha detto Bottarelli nella prova parziale e si è ripetuto, da regolamento (in virtù del distacco finale sulla somma dei tempi), anche nella classifica finale a favore della Triumplina che cosi può finalmente gioire fino in fondo, stretta dall’abbraccio dei tanti tifosi saliti da Sarezzo per applaudirla. Bellissimo terzo posto per Clara De Maria, autentica sorpresa di giornata, capace finalmente di mettere a frutto le doti di un fisico che non nasconde ottime potenzialità. Giorgia Morano ha chiuso la bocca a qualche critico di troppo e con un 4° posto di sostanza ha portato a termine un campionato Italiano che nel bilancio finale parla solo positivamente. L’impressione rimane comunque quella di una categoria che, tolte le prime 3, fatica a rendersi credibile a livello internazionale, ma da Cevo se non altro si torna con qualche piccola speranza in più.
JUNIOR M: Discorso assolutamente differente quello per i pari età maschi: qui la speranza c’è ed è di notevole spessore: la prova di Riccardo Sterni merita vari aggettivi ma a lasciare ammirati sono soprattutto la freddezza e la risolutezza con cui il Triestino ha dimostrato di aver messo a frutto la breve lezione introduttiva alla Corsa in Montagna patita ad Adrara in occasione della 2^ prova. Quel 2° posto in volata proprio non era andato giù all’atleta della Marathon Trieste che domenica già sulla salita che porta alla Croce del Papa aveva salutato la compagnia e shockato anche un 6° posto europeo come Xavier Chevrier. Alla fine oltre un minuto di vantaggio per Sterni, maglia azzurra prenotatissima e discorso sul titolo finale che prende, comunque meritatamente, la via di casa Chevrier solo in virtù della mancanza di un terzo risultato disponibile da parte del Friulano. Sul podio di tappa anche Kelemu Crippa, vero sovvertitore dei pronostici di giornata dopo il 6° posto nella prova precedente. Il bravo atleta della Valchiese ha preceduto i quotati Emanuele Rampa (4°) e Luca Re (5°) ambedue comunque protagonisti di una buona stagione in cui soprattutto Re ha saputo mantenersi sempre ad altissimo livello.
E adesso…?
A bocce ferme, e passati i clamori di una finale di Campionato cosi attesa, sono soprattutto le attese per le convocazioni ai mondiali che catalizzano l’attenzione del movimento. Il Campionato Italiano 2008 e la stagione in generale ci hanno detto che il movimento sta, faticosamente e fin troppo lentamente, continuando la sua crescita. La visibilità è in aumento, ma al prezzo di grossi sacrifici, impegni poche volte riconosciuti e sterili polemiche frutto forse più delle piccole gelosie di campanile che di reali diverbi tecnici, gli unici che sarebbero concessi ed in qualche modo fruttuosi. Per rimanere al tema più vivo e tangibile dei risultati espressi dai campi di gara: la stagione ha confermato la classe e l’affidabilità ad altissimo livello di De Gasperi e Gaiardo, due che sono sempre tra i primi 10 del mondo senza discutere e che, nel caso di De Gasperi, sia fino a prova contraria il detentore della corona iridata. Ovvio che ora ci si aspetti moltissimo da Bernard De Matteis: se si vince come ha vinto lui e si mantengono certi standard per oltre 3 mesi è segno che la razza è quella del purosangue, attendersi però sfracelli al primo mondiale da senior o pretendere che in un baleno Bernard affianchi De Gasperi nel difficile ruolo di uomo-immagine che trascina tutto il movimento è ingiusto, oltre che troppo pretenzioso. Speranze e fiches è lecito giocarsele su atleti che hanno le spalle larghe ed allo stesso tempo un’età che gli permette di esprimere ancora freschezza e vigore: Lele Manzi sta faticosamente completando un ritorno ai livelli altissimi, che da sempre gli competono, che è iniziato oltre un anno fa, dopo l’ennesimo infortunio. Vicino a lui la rosa da sfogliare può prevedere giustamente Hannes Rungger, che ha condotto una stagione in netta progressione culminata nel 5° posto della 3ª prova, e naturalmente un senatore del calibro di Gabriele Abate, cui è mancato forse il grande acuto ma la cui stagione è indubbiamente simbolo di solidità. Diverso il discorso per quelli che possono essere definiti outsider: Mauro Lanfranchi e Antonio Toninelli hanno dimostrato meno regolarità del Cuneese ma al tempo stesso i loro piazzamenti in quel di Cevo testimoniano che i due giovani specialisti della salita stanno andando forte adesso, a 20 giorni da un mondiale che si correrà sulla sola ascesa e che, ed è il caso di Toninelli, esistono talento e numeri per imporsi e salire anche sul podio di una gara di pathos e livello totali come era indubbiamente la Cedegolo-Cevo 2008. Previsioni quanto meno scomode, anche perché alla fine a rimanere fuori saranno in ogni caso dei bravi ragazzi oltre che atleti di livello assoluto: il CT che ha condotto la Nazionale a 22 Coppe del Mondo sulle 23 disputate saprà senza dubbio fare delle scelte motivate e lungimiranti, il palmares d’altronde parla per lui. A livello femminile e Junior tutto molto più semplice: Desco e Rungger per risultati, talento e condizione, Roberti per affidabilità ed esperienza, il 4° nome rimane un rebus: probabilmente percorso del mondiale e meriti di servizio giocheranno a favore di Vittoria Salvini, ma un pizzico di dubbio è lecito lasciarlo anche ai nostri lettori….
Junior Donne: Bottarelli, Matli, Faustini ce le giochiamo sicure, Maschietti: Chevrier e Sterni a questo punto sono sacrosanti, gli altri due nomi usciranno da Re (ma anche il Bresciano merita l’azzurro a nostro avviso), Crippa, Rampa, Cagnati e Leoni, quest’ultimo forse ha confermato il calo che lo accompagna dalla 1ª trionfale prova di Giugno, ma anche qui….mai dire mai.
Alessandro Scolari