Per lui nessuna pretattica: tra gli obiettivi 2008, la Valmalenco – Valposchiavo

  • A due mesi dall’edizione 2008, per la classica italo svizzera, si preannuncia il solito parterre de roi;
  • Oltre a confermare la propria presenza alla Valmalenco – Valposchiavo, Ricardo Mejia ha parlato con noi di skyrunning a 360°;
  • Conosciamo meglio, dunque, uno dei più longevi e forti atleti attualmente in circolazione. 
 
 
Ricardo Mejia: un nome, una leggenda. Alla soglia dei 45 anni, il “camoscio messicano” riesce ancora ad essere vincente. Forte sia sulle medie che sulle lunghe distane, si sta preparando all’ennesima estate da protagonista. Lo abbiamo raggiunto per voi nella sua casa a Città del Messico per conoscere meglio “Le Roi” della corsa in alta quota. Ricardo, lo skyrunning è uno sport in continua crescita. Ogni anno balzano agli onori della cronaca nuovi talenti. Eppure tu sei sempre lì a lottare per la vittoria. Quale è il segreto di questa longevità atletica e quali sono i tuoi obbiettivi stagionali? «Non ho nessun segreto. Ciò che conta è vivere bene, mangiare bene, riposare e non abusare di cose nocive per la salute. Per quanto riguarda i miei allenamenti, cerco sempre di avere cura di me; non mi alleno troppo e corro soltanto pochi chilometri alla settimana. Meglio la qualità della quantità, ma sono pure molto disciplinato. Ciò mi è servito per mantenermi fra i migliori del mondo. Credo che Dio mi abbia dotato delle facoltà e del talento per correre in montagna, e donato altre qualità come la perseveranza. Per questa stagione mi attendo buoni risultati. Mi sto preparando con impegno, poi si vedrà. Quest’inverno ho gareggiato in alcune competizioni messicane con buoni risultati; perciò ho piena fiducia e penso che potrò fare delle belle gare in Europa». Hai già stilato una lista precisa? «Si, parteciperò a due sole tappe della Buff Skyrunner World Series. E una di queste sarà Poschiavo: amo quella gara e non la perderei per nulla al mondo. Per il resto, ho nel mirino anche altre competizioni che non sono del circuito. Spero soltanto che i miei 45 anni non pesino troppo. Ma una cosa è sicura ed è che darò battaglia». Facendo mente locale, dovessi stilare una graduatoria delle migliori 5 gare cui hai preso parte e che ti hanno soddisfatto sotto ogni aspetto (organizzativo, paesaggistico, pubblico), quali indicheresti? «Per uno come me, che ha corso in tutto il mondo, è difficile classificare le gare per il luogo, il clima, la gente, la cultura. Tuttavia alcune di esse si contraddistinguono per lo spessore: Zegama, Valmalenco-Valposchiavo,  Sierre-Zinal,  Giir Dei Mont, la Jungfraumarathon o quella al Kinabalu in Malesia. Credo che queste siano state le migliori. A farmele scegliere sono il tracciato, il pubblico, i premi e l’organizzazione». Lo Skyrunning sta vivendo un momento di grande sviluppo, basti osservare i numeri fatti registrare dalle competizioni organizzate su tutto l’arco alpino. Cosa manca, secondo te, per la definitiva consacrazione di questo sport? Come si può sfruttare la grande spettacolarità di questa disciplina "estrema"? «Lo Skyrunning vive oggi uno dei suoi momenti migliori. Tutto ciò che è sport estremo è di moda. La gente si è appassionata per la montagna, soprattutto in Europa.Per consacrare lo Skyrunning quale disciplina sportiva di livello, serve un grande leader lungimirante. Uno che riunisca più nazioni e formi un’associazione seria e solida, riconosciuta ovunque; non soltanto in pochi paesi. Per esempio la WMRA, associazione già esistente, presente in tutto il mondo e riconosciuta dall’IAFF, potrebbe servire da modello per lo Skyrunnig». Tra le gare del  Buff Skyrunning World Series 2008 cui prenderai parte hai scelto ancora una volta la Valmalenco-Valposchiavo. Perché questa gara ti piace tanto? «Da sempre si è contraddistinta per l’ottimo livello organizzativo, per il calore del suo pubblico, per la bellezza del tracciato e per avere unito due paesi: Italia e Svizzera. Il suo direttore di gara, Nicolao Lanfranchi, sa cosa è lo Skyrunning e conosce gli atleti. In questa gara competono tutti i migliori. Ecco perché è così rinomata a livello internazionale. Su quei 31 km mi esalto: è quindi facile capire perché, nelle quattro edizioni che mi hanno visto al via, sono salito sempre sul podio. Qui iniziò la mia fortunata stagione internazionale e non m’importa se è tappa o meno della Buff Skyrunner World Series. Finché sarò in grado continuerò a parteciparvi». Come giudichi il testa a testa De Gasperi – Mejia andato in scena sul tracciato basco di Balmaseda? A tuo modo di vedere, il “face to face” fra personaggi della corsa in montagna e dello Skyrunning potrebbe essere un viatico perseguibile per fare appassionare la gente a questo sport? «L’esperienza di correre a cronometro contro un personaggio più giovane di me come Marco De Gasperi è stata indimenticabile. La gente di Balmaseda era entusiasta. È stata una gara sensazionale, che ha attirato l’attenzione dei tifosi dei Paesi Baschi e non solo. C’erano più di 3000 persone a sostenermi ma era impossibile vincere contro un Marco che per giunta è anche 15 anni più giovane di me. Comunque ho datoli massimo e alla fine il cronometro segnava poca differenza. Per quanto riguarda la gara, è stata un successo.Questo tipo di competizioni attirano molto l’attenzione del pubblico. Dovrebbero essercene di più». Il Messico, da sempre fucina di talenti, riuscirà a produrre giovani che possano raccogliere il tuo testimone. Quanto dovremmo aspettare per avere un nuovo Mejia? Ad esempio il junior Juan Carlos Carera, due medaglie ai mondiali ’05-06′ di corsa in montagna, potrà, senza alcun aiuto, ricalcare le tue orme? «In Messico ci sono grandi atleti di mezzo fondo, fondo, mezza maratona o maratona che si sono distinti a livello internazionale. Ma in patria non ci sostengono e quindi non possiamo continuare la carriera podistica. Qui in Messico la corsa in montagna è poco diffusa. Le poche gare non hanno premi e sono mal organizzate. Gli atleti preferiscono quindi le corse su asfalto che sono decisamente più pagate. Ci sono buoni atleti che potrebbero sostituirmi in futuro, com’è il caso del fortissimo Ranulfo Sánchez, che ai Campionati del mondo di corsa in montagna 2002 a Innsbruck si è piazzato terzo e l’anno scorso alla Jungfraumarathon quarto. C’è anche il giovane Juan Carlos Carera, due medaglie mondiali. Sono questi gli atleti che potrebbero spiccare a livello mondiale. Per Juan Carlos è più difficile (quest’anno passa ai senior), ma penso che in un futuro prossimo, con il giusto appoggio, brillerà». Parliamo un po’ di te. Cosa fai di lavoro. Hai una famiglia e soprattutto raccontaci la tua giornata tipo. «Gestisco un negozio di ferramenta e materiali per costruzione. Lavoro dalle ore 8 alle 19, senza riposo. È un lavoro pesante, ma mi piace il contatto con i clienti.Siamo cinque persone in famiglia: mia moglie Bety, io, i figli Rodrigo e Marcos, e la piccola Montserrat. Siamo una famiglia molto unita.Le mie attività iniziano alle 5 del mattino quando Rodrigo parte per la scuola, Marcos se ne va alle 6. Dalle 6.30 fino all’apertura del negozio alle 8 mi alleno. Lavoro tutto il giorno, facendo una pausa alle 14:30 per pranzare. Quando finisco di lavorare ne approfitto per visitare un qualche parente o semplicemente per andare a fare spese. Vado a letto alle 22. Le mie vacanze le faccio quando viaggio per le competizioni». Come riesci a conciliare famiglia, lavoro e sport? Con tutti questi impegni hai del tempo libero?  «Non è difficile. Lavoro in casa e quindi siamo in contatto tutto il giorno. Per quanto riguarda lo sport mi alleno nei paraggi e soltanto le domeniche esco fuori città. Poi bisogna considerare che sono io il proprietario del negozio e quindi posso prendermi qualche minuto in più se necessario». Facciamo una panoramica sul movimento internazionale. Chi, secondo te, è l’atleta più forte attualmente in circolazione? Come giudichi l’esplosione del giovane Kiljan Jornet Burgada? «Non credo che ci saranno sorprese quest’anno nel panorama degli atleti di Skyrunning a livello internazionale. Se Helmut Schiessl, Agustí Roc, Denis Brunod o Marco De Gasperi entrano in lizza, saranno loro i protagonisti della Buff Skyrunner World Series; sempre che siano interessati a finirla, dato che sono gare molto difficili e occorre avere alle spalle un buon sponsor.  Per quanto riguarda il giovane Kiljan è stato la sorpresa del 2007. Personalmente non credevo in lui. È molto giovane e ha molto talento, ma quest’anno dovrà dimostrare che ciò che è accaduto l’anno scorso non è stato qualcosa di transitorio».
 
Maurizio Torri
(Ufficio Stampa)
Cell. 329/5469483
 

Foto J Ruffoni Ricardo contro Kiljan (Foto AS Premana) Ricardo in azione (Foto As Premana)