Nella Maratona trevigiana costretto invece al ritiro Marco De Gasperi
La quinta edizione della Treviso Marathon passerà alla storia per essere stata la prima maratona a prevedere tre diversi punti di partenza in contemporanea e un solo punto d’arrivo. Una scelta effettuata per ricordare nel dovuto modo il 90. anniversario delle battaglie nelle terre del Piave della prima Guerra Mondiale. Partiti da Vidor, Vittorio Veneto e Ponte di Piave, 4.716 corridori hanno raggiunto viale Nino Bixio, a Treviso, portando a termine la propria gara. Non passerà invece alla storia per le prestazioni cronometriche, in parte condizionate dal primo vero caldo di stagione. Discorso valido specie per la prova maschile, se è vero come è vero che quella femminile registra al contrario un più che valido 2h28’36", messo a segno dalla quarantaduenne slovena Jelena Javornik, che nell’ex iridato juniores in montagna Mitjia Kosovelj trova la giusta lepre per l’ennesimo meno 2h30′ della sua carriera.
A vincere la gara maschile è l’azzurro Denis Curzi, che sulle strade trevigiane concede il bis dopo il successo del 2005. Il tempo finale del carabiniere, 2h13:27, è lontano dalle 2h10:30 valide per il pass per Pechino, ma per lui, in ogni caso, un bel successo dopo il lungo duello con il kenyano Peter Esakete Lomuria, staccato al 39. km e preceduto sul traguardo di 20 secondi. Terzo un altro keniano, Samson Kosgei, che chiude in 2h15’10". Non baciato invece dalla fortuna il debutto in maratona di Marco De Gasperi. Il più volte iridato in montagna della Forestale si è dovuto infatti fermare poco oltre il trentunesimo chilometro per il riacutizzarsi di un problema muscolare che già più incerta gli avevano reso l’immediata vigilia. Un peccato, visto che il ritmo per lui impostato dal bravissimo Sergio Chiesa – passaggi di 1h08’32" alla mezza e di 1h38’17" al trentesimo – facevano presagire un riscontro finale ampiamente sotto le 2h20′.
Nella prova femminile, detto della vittoria della Javornik, da segnalare anche il miglioramento della marchigiana Laura Giordano, seconda al traguardo e soprattuttto scesa sino ad un più che valido 2h37:36. Ritirata invece attorno al trentesimo chilometro l’azzurra Rosaria Console, che rientrava alle gare dopo la maternità.