L’educazione degli appassionati passa anche per le gare
Scialpinismo, la sicurezza e l’educazione degli appassionati passa anche per le gare. Eppure, nel nostro paese, mettersi nel dietro le quinte significa prendersi delle responsabilità non indifferenti. Con la stagione che entra nel vivo, abbiamo interpellato il responsabile FISI per il Comitato Alpi Centrali Stefano Spini: un giovane impegnato pure nello scomodo ruolo di direttore gara: «Il nostro è uno sport giovane, suggestivo e che negli ultimi anni sta richiamando un numero sempre maggiore di appassionati – ha esordito -. Come ogni cosa nuova è però ancora troppo poco conosciuta. Alcuni ci considerano kamikaze o sprovveduti, beh si sbagliano di grosso». Cosa intendi? «Le gare di scialpinismo sono sottoposte a precise normative, molte delle quali riguardano per l’appunto la delicata tematica della sicurezza. Bisogna innanzitutto premettere che una manifestazione federale è sempre supervisionata da uno o più delegati tecnici; il cui ruolo è certificare che il regolamento venga applicato alla lettera». Facciamo un esempio concreto. Alla tua gara, la Valtartano Ski –Alp, come eravate organizzati? «Nonostante la zona gara fosse davvero compatta, avevo una quarantina di uomini disposti in 6 distinti punti controllo. Qui si faceva puntualmente la spunta di tutti gli atleti in modo da avere sempre sotto controllo l’andamento della gara. Come se non bastasse in zona traguardo vi era la base radio con due linee: una per il soccorso (SAGF – Soccorso Alpino) e una riservata agli uomini dell’organizzazione. Tutto ciò riguarda la mattinata della gara, va però detto che nei giorni precedenti sono stati effettuati diversi sopralluoghi insieme ai tecnici del soccorso e abbiamo costantemente consultato i bollettini AINEVA». Quel giorno(20 gennaio 2008), il rischio valanghe dava però 3 marcato: «Vero, ma si è corso in zone di media pendenza e sono stati tolti tutti i punti a rischio. La partenza è stata inoltre anticipata di un’ora in previsione di un possibile rialzo termico nelle ore centrali della giornata. Tutto ciò è stato deciso a tavaolino, dopo ripetute uscite e dopo avere sentito il parere dei tecnici del soccorso. Se non vi fossero state le condizioni per correre in sicurezza, non avremmo fatto partire gli atleti. Su questo fronte bisogna sempre essere intransigenti». Quindi sicurezza sempre e comunque? «Si, ma come in ogni cosa non bisogna mai estremizzare. Meglio cercare il giusto mezzo tra spettacolarità e sicurezza, tra spettacolo sicuro e sicuro spettacolo». Una sempre crescente popolarità e un maggiore afflusso di pubblico in zone impervie come dev’essere affrontato? «Più che altro uno degli errori comuni che i supporter o i semplici appassionati fanno è che una vallata dove si svolge una gara è di per sé sicura. Ciò è sbagliato, sicuro è solo il tracciato di gara. Il pubblico è importante, ma lo spettatore deve capire che l’attenzione degli organizzatori durante una gara è focalizzata su gli atleti. Meglio quindi avere con se il kit di sicurezza (pala, sonda, arva) e usare sempre la testa per non mettere a rischio la propria incolumità e quella dei concorrenti». Da responsabile FISI e direttore gara, non è un rischio gratuito organizzare una gara di scialpinismo tenendo conto delle leggi italiane? «Più che di leggi è questione di mentalità. Anche tenendo conto di tutte le precauzioni del caso il 100% della sicurezza non esiste. Ciò perché nel calcolo del rischio esistono parametri oggettivi e alcune variabili non prevedibili. Una cosa che molti non tengono in considerazione è che gli incidenti o le fatalità, in montagna, come sulle strade e al mare possono anche succedere. Non bisogna sempre e per forza cercare un colpevole». Maurizio Torri