Agli Europei di cross settimo sigillo per l’ucraino, primo per la spagnola Dominguez. L’Italia non brilla, gli under 23 Lalli e La Rosa gli unici ad avvicinare il podio

CAMPACCIO LONTANO –  E’ la nostalgia il sentimento che prevale in casa azzurra all’indomani del  14° Campionato Europeo di cross. Nostalgia per le cinque medaglie conquistate lo scorso anno a San Giorgio su Legnano, bottino pingue che contrasta non poco con i risultati al di sotto delle attese con cui l’Italia del cross torna dalla trasferta iberica di Toro. La Spagna padrona di casa, a livello seniores, vince a squadre tanto tra gli uomini quanto tra le donne, e nella corsa in rosa la sola francese Julie Coulaud si inserisce tra l’oro di Marta Dominguez e il bronzo di Rosa Moratò. La gara maschile regala invece il settimo sigillo continentale di Sergej Lebid, l’ucraino d’Italia che risorge dalle ceneri del Campaccio e piazza la sua solita fantastica progressione finale, di cui stavolta gli ultimi a farne le spese sono il siepista svedese Mustafa Mohamed e il portoghese Rui Silva.  In entrambe le gare l’azzurro è colore che non va molto di moda. Tra gli uomini il migliore è Gabriele De Nard (22°), l’unico a rimanere a lungo nel folto gruppo di testa. Stefano Scaini, in rimonta, chiude 31°, Francesco Bona è 40° e Lorenzo Perrone 46°, mentre sia Cosimo Calandro sia Giovanni Gualdi non terminano la loro prova. E, a squadre, gli azzurri chiudono ottavi.

Tra le donne non va molto meglio. L’Italia, rimasta orfana dell’influenzata Silvia Weissteiner,  chiude sesta, ma a ben vedere sono sei e non di più le Nazioni che completano la classifica. Elena Romagnolo chiude 32°, poco avanti a Marzena Michalska, 35°, Valentina Belotti, 36°, Elisa Desco, 37°, e Agnes Tschurtschenthaler, 38°. Per l’azzurra di corsa in montagna Elisa Desco, in particolare, una gara in rimonta e un esordio dignitoso nella rappresentativa nazionale dell’atletica che corre sui prati.

Le uniche soddisfazioni per i colori italiani arrivano dagli under 23, con Andrea Lalli e Stefano La Rosa a chiudere al quarto e quinto posto nella prova vinta dal turco Koyuncu sul migliore dei gemelli russi Rybakov, Yevgeniy, e sul britannico Vernon. Nella classifica per Nazioni l’Italia è settima, con Simone Gariboldi 42° e il morbegnese Alessandro Ruffoni 64°.

Tra le under 23 donne, messe in fila dalla favoritissima rumena Ancuta Bobocel, la migliore delle azzurre (settime a squadre) è Adelina De Soccio, 25°, seguita a ruota da Giulia Francario, 28°, Ombretta Bongiovanni, 41°, e Martina Rocco, 45°.

A livello  juniores, dominio dell’Inghilterra (cinque atlete tra le prime otto) in campo femminile. Stephanie Twell concede il bis dopo la vittoria del 2006, mentre l’Italia chiude dodicesima, con l’allieva Valeria Roffino 45° e ancora una volta migliore delle azzurrine al traguardo. In campo maschile è invece doppietta francese, con Mourad Amdouni a precedere Florian Carvalho e il favorito ucraino Dmytro Lashyn. La Francia esulta anche nella classifica per Nazioni, con l’Italia invece sesta grazie in particolar modo a Paolo Pedotti, 17°, Alessandro Turroni, 21° e Merihun Crespi, 26°, mentre  Andrea Seppi finisce più lontano al 66° posto.

 

I “MONTANARI”  Scorrendo le classifiche, non manca di scovare qualche nome noto agli appassionati della corsa in montagna. Su di un percorso contrariamente ad edizioni passate davvero poco adatto ai “montanari”, la palma della migliore va forse alla norvegese Otterbu, bronzo europeo a Cauterets 2007, che chiude 24°, cedendo qualche posizione nel giro finale. Identico piazzamento anche per l’under  23 britannica Sara Tunstall, che 17° era stata ad Ovronnaz.   Tra le juniores un’altra britannica, Laura  Park, è 27°, mentre l’argento iridato di Ovronnaz Hulya Ongun (Tur) parte forte, ma retrocede poi sino alla 50° piazza. Sorte simile, anche se più attenuata, capita ai suoi connazionali Gunen Vedat (15°), Ercan Muslu (20°) ed Hasan Pak (23°), migliori europei alle ultime rassegne iridate juniores in montagna, che per due terzi di gara a Toro lottano anche per un posto fra i primi dieci.

Della prova di Elisa Desco si è detto. Resta da sottolineare come la cuneese vada a continuare una tradizione che, nel recente passato, ha visto molte azzurre della corsa in montagna andare a dar man forte al cross italiano. Una tradizione che ricomprende anche la stessa Valentina Belotti, passando per Rosita Rota Gelpi, Flavia Gaviglio, Matilde Ravizza e Nives Curti.

In conclusione, sfogliando le classifiche per Nazioni, ad emergere è un dato che un poco dovrebbe far riflettere anche i detrattori della corsa in montagna. Si disquisca quanto si vuole – ma con rispetto, per favore… – sul tasso tecnico di questa o quell’altra disciplina dell’atletica, ma se pure ha un senso il raffronto fatto sul numero di Nazioni classificate, dalle rassegne europee del 2007 ad uscirne vittoriosa è la corsa in montagna e non il cross. Restando in ambito seniores, a Cauterets (montagna) furono diciassette i Team completi classificati in ambito maschile e sedici quelli in campo femminile. Le graduatorie di Toro (cross) si fermano invece a nove Nazioni maschili e a sei femminili.