Dal convegno morbegnese sono emerse importanti proposte

Relatori d’eccezione e pubblico delle grandi occasioni, sabato pomeriggio al convegno morbegnese “La Corsa in Montagna tra Passato Presente e Futuro”. Dopo i saluti di rito portati dal presidente del CONI provinciale Ettore Castoldi la parola è subito passata al ct Azzurro Raimondo Balicco. A lui il compito di descrivere la storia e l’evoluzione di questa spettacolare disciplina sino ai giorni nostri: «Inizialmente le manifestazioni di questo tipo non si chiamavano gare di corsa in montagna, ma di  marcia in montagna – ha esordito -. Dando un occhio agli archivi, una vera organizzazione con albo d’oro risale al 1949 con i primi campionati italiani». Col passare degli anni il livello e il numero dei partecipanti crebbe notevolmente: «Nel ’78 si sciolse l’ENAL e fu fondato il Comitato Nazionale Corsa in Montagna. Comitato che aveva il preciso obiettivo di proseguire l’attività organizzativa e di sviluppo del movimento. I passi successivi furono l’apertura alle donne e il riconoscimento da parte della FIDAL». Non fu però un cammino tutto in discesa «Si è poi dovuto lavorare duramente per raggiungere il paritario riconoscimento con le altre discipline dell’atletica leggera. Attualmente lo stato del movimento è sicuramente buono, ma non tutti i comitati regionali stanno lavorando con il medesimo impegno. Ciò inevitabilmente ci penalizza». Il microfono è poi passato a Bruno Gozzellino (segretario WMRA), Ken Jones (organizzatore della Snowdon Race), Tomo Sarf (organizzatore della Smarna Gora), Jean Claude Louison (ct Francia), Andrzej Puchacz (ct Polonia), Isidro Rodriguez Martìn (ct Spagna), e al sei volte campione del mondo Marco De Gasperi. A fotografare il presente e  futuro del movimento ci ha invece pensato il vicepresidente dell’Associazione Nazionale Amici della Corsa in Montagna Paolo Germanetto: «Lo scorso 15 settembre, a Ovronnaz Saillon, per la prima volta le telecamere italiane erano presenti ad un Mondiale all’estero. La cosa è stata decisamente positiva perché ha avvicinato il grande pubblico a questo sport».A tal proposito si è solo all’inizio: «Ci terrei a rimarcare la differenza con il mondo delle Sky Race, dove il livello  tecnico è indubbiamente meno elevato, ma la capacità di promozione  e di  "vendita" decisamente superiore. Se il TgR Lombardia ha presentato Marco De Gasperi come campione mondiale di Skyrace,  in fondo, la colpa è anche nostra che per anni abbiamo lasciato lo spazio interamente a loro». Sempre in ambito mediatico: «Per il 2008 vorremmo proporre le prove dei Campionati italiani, più una  serie di altre gare di livello. Come associazione cercheremo di fare da tramite e di seguire poi in prima  persona le manifestazioni internazionali. Serve  però l’appoggio di tutti, nella convinzione che si stia provando a  dare una smossa ad un ambiente che su certi temi non è mai riuscito a fare fronte comune e a provare a volare un poco più alto». Maurizio Torri