Intervista a Attilio Speziale, vera memoria storica della classica sondriese

A dieci giorni dal 50° del Trofeo Vanoni, gara internazionale top di corsa in montagna, abbiamo incontrato Attilio Speziale. Ora impegnato nelle vesti di dirigente – organizzatore, ma per 25 anni ai nastri di partenza della classica morbegnese, Speziale è l’unico di quei “giovani dell’Oratorio” che inventarono la gara nel 1958 ad essere ancora attivamente impegnato dietro le quinte.  Come nacque l’idea di organizzare il Trofeo Vanoni? «Nel 1955 nacque il CSI Morbegno grazie alla proposta di Don Davide Colico e all’entusiasmo di Tarcisio Del Nero, Diego Corti, Felice Bottani, Luigi Ronconi, Francesco Zugnoni – ci ha raccontato -. Eravamo un bel gruppo di giovani e partecipavamo a molte gare di corsa in montagna durante l’estate. Ci invitavano spesso in provincia di Como, Brescia, Bergamo, Trento ed in altre valli. Grazie a questa assidua presenza, nel corso degli anni si svilupparono rapporti di amicizia con le altre società. Ad un certo punto, decidemmo anche noi di organizzare una gara per invitare a Morbegno gli atleti che incontravamo ogni domenica e ricambiare l’ospitalità. Anche la data non è stata scelta a caso: eravamo gli ultimi arrivati nel panorama della corsa in montagna e tutte le domeniche erano già occupate. Scegliemmo la quarta domenica di ottobre, facendo diventare il Trofeo Vanoni l’appuntamento conclusivo della stagione». Ci racconti delle  prime edizioni? «Ovviamente la macchina organizzativa non era oliata e rodata come quella di adesso, ma tutto funzionava al meglio. Per misurare la prima volta il percorso Felice Bottani con suo fratello Nandino e Gianbattista Ronconi utilizzarono una corda lunga 100 metri. Alla prima edizione parteciparono 21 staffette, di cui due provenienti dalla vicina Svizzera. C’erano due classifiche: una per le squadre militari, a cui andava la Targa Monsignor Danieli, e una per le squadre civili. Per la prima staffetta c’era in palio, oggi come allora, il Trofeo donato dal Comune di Morbegno in memoria dell’illustre concittadino Ezio Vanoni. Gli atleti non vincevano premi in denaro, ma premi in natura offerti dalle ditte locali. Per tanti anni il primo premio fu una cucina». Lei è stato uno dei migliori atleti del CSI Morbegno, quali i suoi piazzamenti al Vanoni? «Come atleta ho partecipato a 25 edizioni del Trofeo Vanoni: ininterrottamente dal 1958 al 1981 e nel 1987, in occasione della 30ª edizione, ho corso con i miei figli Pierandrea e Paolo. Il mio miglior tempo sul Vanoni è 32’04” nel 1959, anno in cui rischiai di vincere. Ero in testa fino in Arzo, poi in discesa scivolai e venni ripreso. Il miglior piazzamento a squadre fu il 2° posto conquistato nel 1962 con Pio Pellegatta e Aldo Busi». Lei è promotore, in occasione di questa 50ª edizione, di una staffetta molto particolare. Ci può svelare qualcosa? «Sono riuscito a contattare 16 atleti “storici” del CSI Morbegno, molti di loro corsero, come me, la prima edizione del Trofeo Vanoni. Vista l’età, ovviamente non siamo in grado di correre tutto il percorso. Ne faremo però un pezzo per uno, indossando delle canottiere identiche a quelle di 50 anni fa e passandoci il testimone come allora, un numero di cartoncino plastificato attaccato ad una cordicella da infilare al collo. Il via verrà dato da Diego Corti, mentre gli atleti sono Luigi Ronconi, Vittorio Fiorelli, Giordano Tonelli, Pierangelo Del Barba, Sergio Strigiotti, Eugenio Del Nero, Giuliano Corti, Lorenzo Meraviglia, Ermanno Ricciardini, Aldo Busi, Franco Milivinti, Domenico Zampatti, Felice Bottani, Tarcisio Del Nero, Romano Rapella, Edoardo Scarinzi ed il sottoscritto. Questo è il nostro piccolo contributo per festeggiare il mezzo secolo di vita del Trofeo Vanoni». Maurizio Torri