Due battute con la portacolori della Forestale
Dopo uno stage di rifinitura In Valtellina sulle nevi di Livigno, domani, la fondista azzurra Antonella Confortola partirà per i mondiali giapponesi di Sapporo. «Quella livignasca è una tappa quasi obbligata prima degli appuntamenti che contano – ci ha confidato la stessa Confortola -. Il bello del Piccolo Tibet è che finito l’allenamento puoi fare anche un giro in paese. Ciò ti permette di distrarti e di arrivare più rilassata alle gare». Per la polivalente atleta in forze alla Forestale, lo stage in altura sulle nevi sondriesi è come respirare aria di casa: «Conosco bene queste zone visto che sono originaria della Valfurva. Anche se non spesso, appena posso faccio volentieri una puntatina da questi parti a trovare i parenti». La prossima settimana, anche nel sondriese, saranno quindi in molti a tifare per lei: «I mondiali cominceranno il 22, ma per me l’esordio sarà domenica 25 nel duathlon. Mi attende una prova di 15 km da affrontare nella prima metà in tecnica classica e nella seconda frazione a skating. Poi sicuramente correrò la 10km skating». Dopo un avvio di stagione tra alti e bassi, sembri finalmente in crescita. Come ti approcci mentalmente a questi mondiali e quali sono le tue ambizioni? «Ho vissuto un periodo abbastanza difficile. Inizialmente proprio non andavo. Poi, appena stavo migliorando, mi sono ammalata e ciò ha ritardato ulteriormente la mia preparazione. Ora sembra che stia meglio, ma solo le gare potranno dirlo. In Giappone dovrò confrontarmi su piste dure, proprio come piacciono a me. Difficile azzardare un pronostico. Un posto nelle 10 mi andrebbe più che bene». Dopo il bronzo olimpico 2006, pensi che sarai inserita tra le staffettiste azzurre? «Sinceramente non lo so. Per il momento il nostro tecnico è indeciso su chi mettere al lancio. A mio modo di vedere, la Follis potrebbe essere la persona giusta per la prima frazione. Molto dipenderà dall’esito delle prime prove iridate. Se non dovessi andare bene, io sarei la prima a cedere il posto». La scorsa estate, durante la preparazione estiva, hai tralasciato la corsa in montagna privilegiando skiroll e bici. Con il senno di poi è stata una scelta azzeccata? «Fosse per me avrei corso tutta l’estate. Il privilegiare altre discipline è stata praticamente un’imposizione. Amo la corsa in montagna e la trovo ottima per il potenziamento. Inoltre, mi serve a staccare la spina dal fondo e a partire con nuovi stimoli ad inizio stagione. Vedendo questi primi mesi di gare non è stata una scelta azzeccata, ma prima di fare bilanci aspetto la fine dell’inverno e i responsi dei mondiali». La prossima estate c’è quindi la possibilità di vederti ancora con le scarpette da corsa? «Troppo presto per dirlo. Potessi scegliere, direi di si. Ora però preferisco focalizzare l’attenzione sulle prove iridate».Cosa ne pensi di come è stato strutturato il nuovo Grand Prix WMRA (solo 4 prove), e cosa ne pensi della scomparsa di una gara importante come il Challenge Stellina dalla scena internazionale?«E’ un peccato per il Challenge Stellina, perchè è davvero una gara molto bella su un percorso suggestivo che ho sempre fatto volentieri. Penso che sia una perdita per il movimento internazionale della corsa in montagna. Anche la riduzione del numero di gare del Grand Prix, mostra un minor interesse di sponsor e località verso questa disciplina che è molto bella e meriterebbe maggior visibilità». Maurizio Torri