Il ricordo di un amico

E’ mancato questa mattina nella sua Roma dopo una breve ma violenta malattia, Santino Franco Centi, fisioterapista e massaggiatore della nazionale italiana di corsa in montagna dal 1996 al 2005.
Riconosciuto per le sue grandi capacità in ambito fisioterapico, per molti anni ha operato nel settore sanitario della Fidal. Aveva avuto esperienze in tutte le specialità dell’atletica, dai salti, alla velocità, ai lanci, e per ultima la corsa in montagna, uno sport per il quale aveva sempre palesato grande predilezione.

In molti piangono la sua scomparsa, alla moglie Rosaria e alla figlia Beatrice giungano le più sentite condoglianze da parte di tutto l’ambiente della corsa in montagna, cui il nostro sito si fa promotore.

I funerali si celebreranno a Roma giovedì 1 febbraio alle ore 10.30 nella chiesa di via Cesare Pavese.

 

Ciao Santino,

ti scrivo due righe perché penso davvero che da parte mia sia doveroso farlo.

Quando ti avevo conosciuto quell’inverno nel ’98 a Tirrenia, devo confessarti che all’inizio non è stato semplice andare d’amore e d’accordo con te. Tu, che da autentico “romanaccio vecchio stile”, con una delle tue battute sempre pronte riuscivi subito a mettere in crisi uno “sbarbatello” come me…. Quante volte ho provato io a farlo, ma i miei sberleffi sortivano su di te lo stesso effetto che può fare la piuma contro una corazza.

Poi ti ho visto all’opera con le tue mani. Lì ben presto mi sono reso conto della fortuna che mi era capitata nell’averti incontrato. Se ci penso bene, nei giorni precedenti le ultime gare importanti che abbiamo fatto assieme, passavo più tempo sotto le “tue grinfie” a farmi curare, che neanche ad allenarmi… Arta Terme nel 2001, Korbielow nel 2004, Heiligenblut nel 2005. Esempi di gare nelle quali, senza il tuo aiuto, mai avrei preso una medaglia. Anzi, non avrei forse neanche corso.

L’averti incrociato sulla mia strada in questi anni, però, non è significato solo poter contare sull’aiuto di un professionista in grado perfettamente di operare su qualsiasi sintomo del mio fragile telaio.

Con te, caro amico, si era cementato un rapporto profondo. Tu mi chiamavi “Pippa”, ma sapevo quanta reciproca stima c’era fra noi, a quanto tenessi all’amicizia. Specie da quando ho imparato anche io a sdrammatizzare un po’ come facevi tu. Specie quando mi rimproveravi per ogni scelta che avevo preso senza avere ascoltato bene i tuoi consigli. Specie dopo avermi mostrato la passione e l’amore che mettevi nel tuo lavoro per il servizio sanitario a Roma, quando ti spostavi fin dall’altro capo della città per seguire con riabilitazioni, spesso più psicologiche che fisiche, quegli anziani così bisognosi di umanità. Specie quando ti ho visto quest’autunno così magro, e tu mi dicesti che non stavi bene…

In questo momento però, ci sto pensando…. Ma solo tu saresti in grado di trovare una battuta “caciarona” per farmi sorridere.

Ciao Santino,

grazie semplicemente

marco

Santino Centi e Marco De Gasperi