Proprio con il campione del mondo di corsa in montagna inizia la serie delle nostre interviste durante il periodo invernale
Bursa (Tur) 10 settembre 2006. Rolando Ortiz batte dopo una volata lunghissima il super favorito Jonathan Wyatt, interrompendone così una supremazia che negli ultimi sei anni nessuno era praticamente mai riuscito a mettere in discussione. Alla seconda gara di corsa in montagna della sua carriera il colombiano si ritrova così campione del mondo di corsa in montagna.
Ortiz è solamente l’ultimo dei grandi talenti che il Paese sudamericano ha saputo sfornare negli ultimi quindici anni, approdato alla corsa in montagna per raccogliere l’eredità lasciatagli da due suoi grandi predecessori: Francisco Sanchez e, soprattutto, Jairo Correa.
Le foto che lo ritraggono ai Mondiali hanno fatto sussultare più di una persona per la sua incredibile somiglianza con il grandissimo campione di ciclismo Marco Pantani, e lui stesso ci ha confermato che al ritorno dalla Turchia, all’aeroporto di Istanbul, alcuni italiani avevano avvicinato quel personaggio dalla pelata e dalle orecchie a sventola domandandogli se non fosse veramente la “reincarnazione” del povero Pirata.
Lo abbiamo incontrato a Obudu (Nigeria) lo scorso novembre, alla vigilia della più ricca competizione di corsa in montagna al mondo, la “Obudu Ranch Mountain Race”, dove si è reso disponibile a rilasciarci una interessante intervista.
Salve Rolando, può darci qualche dato in più per conoscerla meglio?
Mi chiamo Rolando Ortiz, sono nato trentasette anni fa nella capitale colombiana Bogotà, a 2600mt di quota, dove tuttora risiedo. Sono laureato in “Educacìon Fisica” all’Universidad Pedagogica Nacionàl di Bogotà. Tre anni fa ho sposato Marta, anche lei un’atleta di buon livello nella mezza maratona, poco prima che nascesse il nostro unico figlio Rolando Junior.
Cosa fa nella vita?
Sono un atleta professionista. Vengo stipendiato dal mio Club, l’ Olimpica Bollè, e in più dalle competizioni su strada riesco a guadagnare a sufficienza per vivere bene.
Quando ha iniziato la sua carriera da atleta?
Avevo ventuno anni quando fui notato da un mio professore dell’università mentre stavo correndo con alcuni compagni al campo d’atletica. Da lì a poco erano previste delle competizioni universitarie e mi venne chiesto se volevo correre gli 800 mt. La gara sul doppio giro di pista mi piacque subito e così iniziai ad allenarmi sempre più assiduamente inserendo lavori lattacidi e specifici per migliorare la mia velocità. Nel 1997, in altura a Città del Messico, approdai al mio primato personale di 1’50”3. In quell’occasione fui secondo ai Giochi Sudamericani. Nel 1996 avevo corso anche un 1500 in Portogallo in 3’46”0. Dal 1999 passai però a correre distanze più lunghe, in quanto mi ero accorto di avere ottime capacità di “soffrire” in allenamenti di resistenza.
Il suo primo approccio alle corse in montagna?
Solitamente mi alleno su percorsi collinari e in salita ho sempre avuto la sensazione di andare molto forte. Quest’anno il mio amico e compagno di nazionale Jacinto Lopez mi ha convinto a provare a correre una gara di sola salita in occasione del primo campionato sudamericano. Jacinto e io siamo partiti subito molto forte, tanto da fare subito il vuoto. La gara era di 9km con 800mt di dislivello e in palio c’era un biglietto pagato per la Coppa del Mondo di Bursa. Purtroppo non sapevo che il traguardo fosse all’uscita di una curva e quando il mio compagno di fuga è scattato proprio in prossimità della curva prendendo dieci metri di vantaggio, per me è stato impossibile replicare…E così sono finito secondo…
Ero deluso e ho chiesto alla mia federazione di darmi fiducia pagando un biglietto anche a me.
Cosa le rispose la sua Federazione?
Mi ha detto di no e alla fine sono stato costretto a comprarmelo di tasca mia…A Bursa sono arrivato solo alla vigilia del Mondiale, e anche stavolta non c’è stato il tempo di visionare il percorso…
Conosceva Jonathan Wyatt prima della Coppa del Mondo?
Non personalmente, ma un mio amico colombiano che ogni anno vola in Europa per correre la Sierre Zinal in Svizzera, mi aveva parlato di lui come di un atleta fenomenale che polverizza i record ovunque gareggia.
In gara avevo deciso che avrei corso su di lui. Dopo pochi km siamo rimasti in fuga in quattro, Wyatt, io, il turco Selcuck e l’eritreo Felfele. A turno loro si alternavano impostando l’andatura, ma io ero l’ombra di Jonathan. I km passavano, ma a 1,5 km dalla fine anche per me è arrivata la crisi…. In quel frangente il neozelandese si è involato, guadagnando su di me una trentina di metri. Ho pensato che fosse finita, quando il mio sguardo è caduto su una pietra che segnalava che mancavano solo quattrocento metri al traguardo. Lì ho realizzato che ce la potevo ancora fare e mi si sono moltiplicate le forze…In poco tempo lo ho affiancato, costringendolo ad un ulteriore cambio quando mancavano duecento metri. Pochi metri e mi sono accorto che lui stava cedendo: era fatta!
Quali sono state le tappe fondamentali di allenamento nel cammino verso Bursa?
Il mio grande vantaggio sta nel potermi allenare tutto l’anno alla quota di Bogotà e questo fa si che la capacità di trasporto di ossigeno sia sempre molto elevata. Quest’anno però ho capito l’importanza di scendere almeno una volta la settimana a quote più basse (intorno ai 1000 mt) per poter eseguire lavori aerobici a velocità ben più elevate di quanto possibile a 2600 mt. Così, a due mesi dall’appuntamento clou, ho inserito lavori in pista a basse quote, e collinari e salite lunghe da 1h circa svolte invece in fartlek in altura a Bogotà.
Quale è stato il suo miglior “lavoro” in questo periodo?
A un mese dai Mondiali ho corso da solo in pista 9 X 1200mt, con recupero 200metri in 1 minuto, da 3’14” a 3’08” (passaggi ai 1000 di circa 2’42"-2’40”) . Dopo questo allenamento ho pensato: nessuno può battermi in Turchia!
Cosa fece la federazione colombiana al suo ritorno da campione del mondo?
La corsa in montagna, come spesso accade, non riceve il giusto tributo e supporto dalle federazioni. Io però sono stato inserito per il 2007 in un programma che si chiama “Programma de deportista apoyado” che consiste in tre biglietti aerei pagati per volare in Europa il prossimo anno a correre gare in pista.
Quali sono dunque i suoi programmi per il futuro?
In primavera desidero rincorrere il minimo sui 10.000 mt per i prossimi Mondiali, ma soprattutto per le Olimpiadi del 2008. In maggio quindi sarò a Vancouver in Canada per un 10.000, dove sento di poter correre vicino ai 28’00”. Tra due o tre anni chiuderò la mia carriera da atleta.
Esistono in Colombia altri ottimi atleti della corsa come lei?
Sì, esistono e nelle gare su strada in altura in molti se la giocano alla pari con i keniani. Purtroppo l’età media si aggira sui trentacinque anni e i ricambi faticano ad arrivare. Comunque tutti sono orientati in competizioni su strada che sono ben pagate, anche fino a 5000 dollari, attirando così l’attenzione anche di altri grandi atleti, provenienti dal Messico e soprattutto dal Brasile.
La vedremo in qualche competizione in montagna nel 2007? Difenderà il suo titolo di campione del mondo di corsa in montagna a Ovronnaz?
Mondiali di atletica permettendo, mi piacerebbe correre la Sierre – Zinal, se gli organizzatori mi inviteranno. Per la Coppa del Mondo in Svizzera penso che ci sarò! Pur essendo un percorso up-down sento che potrò fare bene in quanto so esprimermi discretamente anche in discesa.
E la maratona?
E’ un’idea che non mi interessa. I troppi chilometri settimanali di cui la preparazione necessita sono una mia pecca (ne corro al massimo 160). Inoltre soffro di un problema ad un ginocchio che diventa fastidioso nelle lunghe sedute di training.
I suoi personali:
800 mt | 1’50”.3 | Ciudad de Mexico (Mex) (2450mt di quota) 1997 |
1500 mt | 3’46”.0 | Portugal 1996 |
1500 mt | 3’49”.0 | Ciudad de Mexico (Mex) (2450mt di quota) 1997 |
5000 mt | 14’32” | Bogotà (Col) (2600mt di quota) 2004 |
10000 mt | 30’10” | Bogotà (Col) (2600mt quota) 2006 |
15 km. (strada) | 43’55” | 2004 |
½ maratona | 1h05’10” | Cali (Col) (2500mt quota) 2005 |