L’ex nazionale australiano di corsa in montagna, ora ciclista professionista, vittima di un drammatico incidente in gara. Rischia la paralisi Parlare del "PowerNet Tour of Southland", il giro ciclistico a tappe che percorre gran parte dell’Isola del Sud della Nuova Zelanda, poteva essere l’occasione per ritrovare ai vertici delle classifiche un grande interprete della corsa in montagna internazionale sul finire degli anni Novanta, quell’Aaron Strong che insieme a Jonathan Wyatt seppe condurre la Nuova Zelanda davanti all’Italia nella classifica per Nazioni al Challenge Stellina del ’99 e che individualmente, in Coppa del Mondo, fu quinto a Telfes nel ’96 e quarto a Malè Svatonovice l’anno successivo. Ci tocca invece purtroppo farlo per dare notizia del drammatico incidente avvenuto nel corso della nona ed ultima tappa del Tour ad un altro ex corridore di corsa in montagna ora votatosi al ciclismo, l’australiano Paul Crake. Quinto nel Challenge Stellina del 2002, sedicesimo in Coppa del Mondo lo stesso anno ad Innsbruck, Crake si era poi dedicato al ciclismo, cominciando fra i dilettanti in Olanda e poi in Austria, per passare tra i professionisti ed approdare lo scorso anno all’italiana Naturino-Sapore di Mare, per cui ha corso sino al recente passaggio tra le fila della svizzera Daikin. Protagonista con la sua Nazionale anche in un paio di rassegne ciclistiche iridate, Crake aveva da poco lasciato l’Italia, dove risiede per parecchi mesi all’anno, dividendosi tra la casa presa in affitto a Colico (Co) e i soggiorni in altura a Livigno. Rimasto a stretto contatto con il mondo della corsa in montagna grazie alle amicizie consolidatesi negli anni specie con Jonathan Wyatt e con gli azzurri De Gasperi e Manzi, Crake era stato recentemente presente, pur nei panni di semplice spettatore, anche all’ultima prova di Campionato Italiano disputata sul Mortirolo. Proprio in queste ultime settimane aveva ricominciato la sua preparazione in vista della stagione 2007 e in quest’ottica aveva affrontato la corsa a tappe neozelandese che si è conclusa nella giornata di domenica. Una brutta caduta sull’asfalto reso scivoloso dalla pioggia quella che ha coinvolto anche l’australiano, ora ricoverato presso l’Unità Spinale dell’Ospedale di Burwood. Dalle frammentarie notizie sin qui raccolte, pare che l’australiano abbia ripreso coscienza e riesca a parlare, ma le lesioni più importanti riguardano la schiena e solo nelle prossime settimane i medici saranno in grado di accertare o – ed è ciò che si spera davvero calorosamente – escludere lesioni spinali.