Fatte le debite proporzioni mediatiche con i Mondiali di calcio, torna in Italia col sorriso anche la squadra azzurra di corsa in montagna, che ai Campionati Europei disputati ieri a Malè Svatonovice, in Repubblica Ceca, conquista tre medaglie d’oro ed un bronzo…

Comincia probabilmente a stargli un po’ stretta quell’etichetta di scalatore che solitamente chi scrive di corsa in montagna pone accanto al suo nome. Ma in fondo i suoi risultati migliori, l’azzurro Marco Gaiardo li aveva finora sempre realizzati su percorsi di sola salita, con la perla di un titolo continentale conquistato nel 2003 sui sentieri amici di Trento. Negli anni, però, il bellunese ha saputo migliorarsi non poco anche sui tratti in discesa, come i bronzi di Anchorage 2004 e di Korbielov 2005 stavano a dimostrare. Con in testa questa convinzione, Gaiardo è partito anche domenica mattina. Attaccare sulle salite e tener botta nelle discese: la sua tradizionale tattica di gara questa volta lo ha premiato e per primo al traguardo, dopo 57’42" di fatica distrubuita su tre giri del circuito ceco, alla fine è giunto proprio il trentaseinne agordino. A testimonianza di una gara davvero combattuta, il suo risicato margine sul turco Selatthim Selcuk e sul francese Julien Rancon, giunti nell’ordine a completare il podio maschile, staccati rispettivamente di 8" e 17" dopo 11160 metri e 900 metri di dislivello. Ai piedi del podio, lo spagnolo Enrique Meneses, una delle maggiori sorprese di una gara difficile da decifrare sin dalla vigilia, vista l’assenza di alcuni grandi protagonisti delle passate  edizioni, quali l’austriaco Heinzle, il ceco Krupicka o il tedesco Schiessl. E proprio anche alla luce di queste e di altre importanti defezioni, il torinese Gabriele Abate, secondo lo scorso anno a Wellington in Coppa del Mondo, si era presentato al via nel ruolo di atleta da battere. Il suo quinto posto finale a 1’06" da Gaiardo, non può certo essere salutato con delusione, anche perchè rappresenta pur sempre il suo miglior risultato all time in una rassegna europea. Ma dato che nei precedenti confronti stagionali sui percorsi misti Abate aveva sempre avuto la meglio su Gaiardo, forse lo stesso portacolori dell’Orecchiella Garfagnana si attendeva qualcosina in più dalla sua  prova.  Fondamentale, in ogni caso, il suo piazzamento per portare l’Italia in testa alla classifica per Nazioni. Grazie alla buona prova di Alberto Mosca, il forestale biellese al debutto nella nazionale maggiore e tredicesimo a 2’26", gli azzurri hanno infatti la meglio sulla Francia e sulla Gran Bretagna. Tornando per un attimo alla prova individuale, mentre il quarto azzurro, Diego Filippi, paga un poco lo scotto del debutto e chiude ventiquattresimo a 3’44", da segnalare la sesta piazza del giovane sloveno Mitja Kosovelj, che precede i britannici Andrew Jones e Timothy Davies, il portoghese Josè Carvalho e il polacco Daniel Wosik.

L’Italia fa sua anche la prova a squadre femminile, seppure con margine più risicato rispetto alla classifica maschile. Rivincita piena, in ogni caso, dell’argento dello scorso anno. Con la Francia al terzo posto, dietro l’Italia, staccate di soli due punti, finiscono questa volta le padrone di casa della Repubblica Ceca, trascinate da una incontenibile Anna Pichrtova, solitaria la comando sin dalle prime battute di una gara conclusa nel tempo di 41’28". Dietro di lei, la diciottenne slovena Mateja Kosovelj, primo anno juniores, conferma che chi vede in lei la prossima dominatrice della corsa in montagna mondiale, in fondo proprio torto non ha. Il suo secondo posto, a 44" dalla vincitrice, da solo varrebbe una carriera, ma acquisisce ulteriore rilievo proprio se letto in chiave futura. Al primo podio internazionale, giunge invece la bravissima azzurra Vittoria Salvini, colei che da un paio di stagioni domina la scena in campo nazionale. La bergamasca dell’Atletica Valle Brembana soffre assai il caldo umido che accompagna la mattinata di Malè  Svatonovice, ma è davvero brava a stringere i denti e a conservare il bronzo, che coglie meritatamente con un distacco di 2’04" dalla Pichrtova. Le bresciane Maria Grazia Roberti e Monica Morstofolini, spesso compagne di allenamento, chiudono quasi appaiate al settimo e ottavo posto (3’14" e 3’15" il loro distacco), precedute dalla francese Claus, dalla spagnola Fernandez De Castro e dall’eterna transalpina Guillot, ma comunque provvidenzialmente davanti alle ceche Milesova e Sadkova, con cui avevano battagliato per tuttta la gara. Tredicesima a 3’51" chiude invece Elisa Desco, cui va comunque il merito di aver  provato a stare con le migliori per oltre metà gara. Anche così, in fondo, si cresce a livello internazionale.