Innsbruck,  Coppa del Mondo di corsa in montagna 2002. Da quel lontano 16 settembre di Rosita Rota Gelpi atleticamente non se ne era più avuta notizia, almeno per quanto riguardava le competizioni dedicate ai runners che corrono sui monti.

Korbielov, Campionati Europei, 4 luglio 2004. Dopo quasi 2 anni Rosita sfodera la ritrovata grinta che l’aveva portata nel ‘99 a vincere il titolo mondiale nella foresta del Kinabalu Park e conquista un fantastico terzo posto alle spalle dell’imprendibile ceca Pichrtova e dell’austriaca Mayr.

Molti si sono chiesti dove fosse sparita la simpatica e bella atleta valsassinese, taluni pensando che Rosita avesse deciso di abbandonare questa specialità che tanto le aveva regalato, per approdare ad altri lidi, anche alla luce degli ottimi risultati conquistati anche nel mezzofondo, dal cross alla strada.

L’abbiamo incontrata nella sua Lecco dopo la sua grande performance europea, per ora con la Confortola unica azzurra a cogliere un podio in questa competizione, dopo il riconoscimento ufficiale del Campionato Europeo individuale da parte della EEA sancito nel 2002.

 

Cosa si prova dopo 2 anni di assenza dalle competizioni in montagna, vestire la Maglia Azzurra e conquistare subito un prezioso bronzo europeo?

 

E’ stata un’emozione enorme per me. Al traguardo ho rivissuto ogni terribile momento che mi aveva costretto a pensare che forse non avrei più corso, perlomeno ad alti livelli.

Nel Gennaio del 2003 mi trovavo in Portogallo per uno stage di allenamento in compagnia di amici che preparavano con me la stagione invernale che da li a poco sarebbe entrata nel clou con Campionati italiani societari e individuali. Avevo lavorato molto forte, forse come non mai, e il mio stato di forma era ottimo. Al mio ritorno all’aeroporto di Milano proprio alla vigilia dei societari, un terribile attacco febbrile mi mise out, e man mano che i giorni passavano il mio malessere sembrava non finire mai. Un virus che nei mesi seguenti non mi ha mai abbandonato,e sovente, specie quando provavo ad allenarmi inserendo un lavoro, tornava a farsi viva la febbriciattola. E’ stato un calvario durato troppo tempo, solo a febbraio di quest’anno ho potuto di nuovo spingere, seppur gradatamente, sull’acceleratore.

 

Dopo l’infezione virale contratta lo scorso anno, quali sono state le tappe di avvicinamento alla stagione estiva che ti ha visto risultare la migliore azzurra sia agli italiani di staffetta che agli europei?

 

Dopo un inverno passato di nuovo a corrente alternata, col mio allenatore Renato Gotti abbiamo proseguito negli allenamenti senza mai forzare, vivendo alla giornata. Poi a marzo mi sono accorta che dopo un ciclo di allenamento di tre settimane le gambe ricominciavano a girare, e qui, stimoli e buone motivazioni si sono fatti strada dentro di me, dipanando così una matassa del quale pareva smarrito il bandolo. In maggio ho ricominciato con le gare, Semonte di Vertova, Avon Running e Scalata al Castello di Arezzo: una vittoria e 2 ottimi piazzamenti a ridosso di atlete del calibro di Marconi e Genovese, la rinascita era finalmente iniziata! Gli italiani a staffetta in quel di S. Giovanni Bianco con tanto di miglior tempo individuale mi hanno restituito anche la consapevolezza di poter ritornare una delle migliori  anche nella corsa in montagna.

 

Con la tua compagna di squadra nella Forestale, Antonella Confortola, assisteremo ad un interessantissimo duello sia per la conquista del tricolore, sia in chiave azzurra guardando ai mondiali di Sauze. Come vivi il rapporto con lei dentro e fuori dalle competizioni?

 

Con Antonella nel passato non avevo avuto purtroppo alcun tipo di rapporto, essendo lei entrata a far parte della squadra Nazionale solo nel momento in cui, mio malgrado, io dovetti uscire..

Da quest’anno con Antonella è davvero sbocciata una bella amicizia che continua anche fuori dalle sedi di gara. Mi piace molto quel suo carattere pacato e taciturno, che comunque lascia sempre spazio a sorrisi coinvolgenti e a battute di spirito che ne accrescono sempre più il feeling tra di noi.

Certo, non nego di avere un poco sofferto quando, dopo i suoi grandi risultati di Innbruck e di Trento, lei è diventata in assoluto la N° 1 italiana, e io mi sono sentita come accantonata.  Soprattutto dopo tutti quegli anni di assoluto prestigio internazionale. Ma ora tutto è cambiato, la rivalità in gara aiuta ad accrescere gli stimoli, e ora che nella seconda parte di stagione preverrà il tutto salita, Antonella saprà prendere il testimone per guidare l’intera Squadra ad un risultato di rilievo a Sauze, nella Coppa del Mondo.

 

Appunto, la Coppa de Mondo in Italia. Quali saranno le tappe che ti porteranno a Sauze?

 

Per la settimana dopo la seconda prova dei C. Italiani di Bormio, saremo ospiti in raduno presso Madesimo. Questo comune valtellinese  intende creare un progetto atto a rilanciare la corsa in montagna e l’ambiente, trascorreremo qui una prima settimana di acclimatazione ad una quota non eccessiva. Successivamente mi sposterò a Sankt Moritz in Engadina. Qui con Renato Gotti pianificherò un periodo di allenamento dove inserirò qualche puntatine in basso per alcune gare. Un programma che anche in passato ha dato ottime risposte. Prima della finale di C. Italiano di Adrara, correrò dunque in Sicilia la prova di Castelbuono su strada. Successivamente potrei presentarmi al via nella Corrida di S. Silvestro, l’8 agosto a Zogno. Dopo il 22 raggiungerò i compagni di nazionale a Sauze d’Oulx, ma oramai si tratterà di rifinire lo stato di forma che spero sia buono!

 

Rosita, sei come altre azzurre un’ottima atleta polivalente. Ti dividi egregiamente fra pista, cross, strada e montagna. Come riesci a convogliare energie e stimoli nell’arco della stagione? Quale specialità preferisci?

 

Per riuscire ad ottenere dei buoni risultati in diversi momenti della stagione e soprattutto nelle diverse specialità, penso occorra cercare di focalizzare 2 o al massimo 3 obbiettivi sul quale puntare. Ad esempio d’estate gli Europei di montagna o i mondiali e d’inverno i mondiali di cross.

Con il mio allenatore si pianifica tutto, dai raduni alla gare, anche se molte di queste ultime sono solo tappe intermedie che servono solo ad indicare se si sta lavorando bene o ho bisogno di recuperare. Spesso, Renato mi consiglia un allenamento in luogo alla competizione, questo per evitare di disperdere energie mentali e fisiche poi difficili da recuperare.

Le specialità dell’atletica che pratico mi entusiasmano in egual misura, dico solo che la corsa in montagna è il mio primo amore, il cross forse dove mi esprimo al massimo, la pista e la strada sono  stimolanti forse perché è un mondo che può portare notorietà al pubblico maggiore delle prime due.

 

Sappiamo che sei da sempre un’invidiabile ballerina, quali sono i tuoi altri hobbyes?

 

Dopo aver scelto di vivere da sola da 2anni, trasferendomi dalla verde Valsassina alla comunque sorridente Lecco, ho scoperto un hobby che mi sta dando grandi soddisfazioni: l’arredare la mia casetta. Mi piace ricercare uno stile tutto mio, uscendo dai canoni di arredo normali, come ad esempio inserendo tende dal sapore altamente orientale affiancando spesso tocchi esotici per renderla accogliente ma anche allegra. Un alto mio recente passatempo è l’orto. Ne possiedo uno e da buona Forestale me ne occupo tutti giorni.

 

Cosa c’è nell’immediato futuro dopo Sauze?

 

Mi piacerebbe lavorare sodo per cercare di ripetere la stagione invernale che feci nel 2000 (ricordiamo il suo 19°posto ai mondiali di cross ndr), anche se so che dovrò lottare con atlete veramente forti  e titolate come  Tisi,  Marconi, Belotti, Martin, etc..Poi mi piacerebbe provare ad allungare la distanza per provare a me stessa che posso essere competitiva anche li. So che comunque è presto per parlarne, ma con un allenatore come Renato che è un fantastico appoggio anche per i miei dubbi e le mie paure, penso che provare non sarà un tuffo nel buio.